Dopo l’accordo di filiera per valorizzare il mirtillo piemontese, Noberasco è pronta a lanciare quella dell’arachide italiana.”Continueremo a investire su questi progetti di filiera made in italy” annuncia l’Ad Mattia Noberasco. Parte anche quella del Fico secco di Cosenza Dop. E arrivano nuovi lanci: dalle barrette di frutta e legumi al filone esotico, il “cocco bello” disidratato, lo stick di banana, e la linea dei Tropicali, frutto di un progetto di filiera con lo Sri Lanka.
Che impatto ha avuto la pandemia per Noberasco, in termini di vendite di frutta secca e disidratata?
La categoria ha tenuto abbastanza bene. Da inizio anno il mercato, in generale, ha fatto +7% a valore e +8% a volume. La parte che ha sofferto di più è quella legata al fuori casa, ai consumi on the go. Tutto il mondo dei porzionati, barrette, snack, ha avuto una battuta d’arresto abbastanza importante. Così come alcuni prodotti misti di frutta secca nelle classiche bustine. È, invece, stata premiata l’offerta tradizionale, visto che i consumatori hanno cominciato a preparare piatti in casa. Abbiamo avuto un boom dell’ingredientistica, mandorle, noci, uva sultanina.
Non è stato facile in quel periodo critico avere accesso alle materie prime con una domanda in eccesso. Non ci siamo fermati neanche un giorno e devo fare un plauso a chi ha lavorato. Abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare per mettere in sicurezza la produzione. Con lo smart working eravamo già pronti, avendo digitalizzato alcune attività da qualche anno.
Quali sono le strategie e i progetti dell’azienda per il 2020?
Un tema importante sarà il potere d’acquisto delle famiglie. Non sappiamo ancora quale sarà lo scenario prenatalizio. In questa incertezza dobbiamo essere molto più flessibili e dinamici su cosa vorrà il mercato. Progetti ne abbiamo tantissimi. Abbiamo spostato qualche lancio in programma ad aprile.
Quali?
Il primo è il restyling delle nostre barrette bio di frutta. Abbiamo cambiato tutta la parte grafica della linea. Abbiamo poi lanciato in questi giorni un nuovo prodotto barrette Plus. Sono barrette di frutta e legumi fonte di proteine, senza lattosio e senza zuccheri aggiunti: al caffè, dattero e mirtillo. È un progetto importante perché va un po’ fuori dal contesto classico.
Altro progetto sono i Tropicali, bio e convenzionali, frutto di un progetto di filiera con lo Sri Lanka che abbiamo chiuso nonostante il lockdown: mango, ananas, papaya e cocco. Per l’estate, grazie sempre a questo accordo di filiera, proporremo anche un cocco disidratato con taglio simile a quello che si mangia in spiaggia e chiamato ‘cocco bello’, con tante varianti di formato. In questi giorni abbiamo poi presentato la banana dell’Ecuador disidratata, chiamata banana stick, una sorta di snack: pezzetti di banana croccante. Fa parte del progetto di sviluppo di prodotti esotici.
La ricerca di superfood e di snack salutistici sarà ancora forte tra i consumatori o il prezzo inciderà maggiormente nelle scelte?
In questi due mesi i consumatori hanno avuto un atteggiamento prudente sui prodotti Premium. Continueremo la ricerca, perché fa parte del nostro dna. Ma occorrerà trovare l’equilibrio tra innovazione e posizionamento prezzo.
Il made in Italy sarà uno dei driver più importanti nella nuova fase, dicono gli analisti: continueranno le collaborazioni con Coldiretti volti a promuovere le filiere di materia prima italiana?
Ci crediamo moltissimo e stiamo certificando tutte le nostre filiere con un ente esterno. Abbiamo due progetti importanti che porteremo sul mercato in autunno: due filiere italiane. Una è una novità assoluta ovvero quella dell’arachide piantata nel Ferrarase. Vi abbiamo lavorato da tempo, andando a riscoprire varietà antiche nazionali. Su questo Coldiretti ci ha dato una grande mano. L’altro riguarda la filiera del Fico secco di Cosenza Dop, con accordo pluriennale che garantisce un prezzo minimo agli agricoltori. Continueremo a investire su questi progetti di filiera made in Italy.
Sullo zenzero made in italy non siete interessati ad attivare progetti di filiera?
È un progetto interessante e ancora in fase embrionale: ne abbiamo parlato con Coldiretti, ma al momento è destinato al fresco. Noi facciamo volumi incredibili, centinaia di tonnellate disidratate. Lo stiamo, però, seguendo con attenzione.