“Dobbiamo essere in grado di aumentare le rese garantendo un’economia sostenibile. Tecnologie e meccanizzazione sono due driver in agricoltura che giocoforza bisogna soddisfare, altrimenti si sviluppano prodotti già obsoleti. Ma anche le resistenze ai principali patogeni e a quelli nuovi sono driver imprescindibili per i nostri programmi di ricerca, di cui la nostra gamma di prodotti utilizzabili per il bio ne beneficia appieno”. Andrea Launeck, managing director di Rijk Zwaan Italia, detta la via per la crescita: “Serve innovare per creare valore”.
Lo sviluppo di prodotti precoci o tardivi è sempre più un trend: che risultati sta dando l’anguria precocissima Morgan RZ e quali sono le sue qualità?
Ovviamente la precocità può essere un elemento distintivo, soprattutto per le colture primaverili, per i primi trapianti. Nel caso specifico applicato all’anguria, abbiamo sviluppato una genetica che è in generale precoce o precosissima. Oltre a Morgan RZ, possiamo citare Amaltea RZ, Lusitana RZ e Oneida RZ.
Il principale vantaggio di Morgan è la capacità di produrre frutti omogenei per forma e pezzatura (in un range 9-13 kg), con rese produttive ai massimi livelli e una raccolta anticipata rispetto ad altre varietà del segmento precoce. Questo permette di avere un vantaggio competitivo rispetto ad altre varietà, in un momento della stagione dove c’è ancora poco prodotto disponibile. E cattura una finestra commerciale di sicuro interesse. Inoltre Morgan RZ, in un trapianto precoce, riesce a garantire degli ottimi standard qualitativi in termini di grado brix e sapore.
Quali sono i prodotti più innovativi che avete lanciato recentemente sul mercato?
Grande sforzo si sta compiendo sul pomodoro, dove posso citare il cuore di bue Araldino RZ, pezzatura moderna che soddisfa la grande distribuzione e il consumatore. Come anche il ciliegino Deliquia, che potrebbe stabilire dei nuovi parametri per il segmento “premium”, visto il gusto e l’aroma decisamente allineati alle aspettative del consumatore più esigente.
Ma posso citare anche il melone Pearlgem RZ, evoluzione del nostro Solgem RZ, che può rappresentare un nuovo riferimento per il retato italiano in coltura di pieno campo, con produttività, rusticità, conservabilità e ottime caratteristiche organolettiche.
Oppure, toccando il tema colore, novità sono il cavolfiore viola Lavender RZ e il peperone Sweet Palermo color cioccolato, che completa la gamma cromatica di questo brand unico per dolcezza e digeribilità.
Senza menzionare poi tutte le novità di lattuga o spinacio o delle altre colture, visto che lavoriamo su circa 25 crop.
Rijk Zwaan investe circa il 30% del fatturato in programmi di ricerca e sviluppo: su quali prodotti orticoli sta puntando per il futuro?
L’azienda continua a investire con una logica di creazione di valore, sia nel breve periodo sia, a differenza di altre organizzazioni, anche con investimenti e ritorni di lunghissimo periodo. Abbiamo aperto numerosi programmi di ricerca, focalizzati per l’Italia, di crop che ufficialmente, al momento, non compaiono a catalogo. Le prime varietà commerciali si vedranno tra una decina di anni.
Alto grado bix, resistenza ai patogeni, comodità d’uso, pigmentazione insolita: quali sono i principali driver?
Innovazione significa creazione di valore. Rijk Zwaan è fortemente vocata per Dna all’innovazione. Ovviamente dipende dalle diverse crop e dal target dell’innovazione stessa, visto che non solo l’agricoltore ne può beneficiare ma anche la filiera e il consumatore stesso.
Un esempio concreto è il nuovo concetto di Salanova Teenleaf, una “via di mezzo” tra una foglia baby e una matura, che abbina il meglio di entrambi i mondi. In un momento di cambio di consumo, con minor frequenza di acquisto presso i supermercati, è la soluzione ideale. Estendendo la vita utile del prodotto, soddisfa i bisogni del consumatore e del supermecato con un prodotto di ottima palatabilità.
Nello sviluppo delle nuove varietà, c’è attenzione agli utilizzi più sostenibili, idroponica, aeroponica, bio o residuo zero?
Assolutamente sì, dobbiamo essere in grado di aumentare le rese garantendo un’economia sostenibile. Tecnologie e meccanizzazione sono due driver in agricoltura che giocoforza bisogna soddisfare, altrimenti si sviluppano prodotti già obsoleti. Ma anche le resistenze ai principali patogeni e a quelli nuovi sono driver imprescindibili per i nostri programmi di ricerca, di cui la nostra gamma di prodotti utilizzabili per il bio ne beneficia appieno.