“In questo ultimo mese stiamo assistendo a un peggioramento continuo e progressivo della situazione a causa della maculatura bruna e del marciume calicino, con danni in alcuni casi devastanti”. Gianni Amidei, presidente dell’Oi Pera, lancia l’allarme sulla situazione della pericoltura italiana e invoca “misure di sostegno immediato” alle aziende agricole da parte di Regione e Mipaaf.
Problemi fitosanitari e cambiamenti climatici stanno danneggiando da anni la pericoltura italiana, mettendo a rischio la produzione nazionale: quali sono le cause principali?
I problemi che incombono sulla pericoltura sono di diversa natura. Gli attacchi fungini, la maculatura bruna e da quest’anno in modo particolare anche il marciume calicino, sono sicuramente tra i principali. Non dimentichiamo poi la cimice asiatica, che quest’anno sembra effettivamente meno presente, ma l’anno scorso ha inficiato la produzione in maniera devastante. Credo che i cambiamenti climatici abbiano come effetti non solo i frequenti fenomeni che devastano le produzioni (grandine, trombe d’aria eccetera), ma abbiano un ruolo anche nelle manifestazioni fitopatologiche di questi tempi.
Per l’ultima campagna la produzione di pere è stata dimezzata: qual è la situazione per quella attuale?
Come OI Pera stiamo monitorando la situazione; la varietà Abate è in raccolta in questo momento e quindi non è possibile ora avere dati certi. A inizio luglio avevamo fatto una previsione di produzione che già allora vedeva un calo dell’offerta importante rispetto alla media degli ultimi anni, dovuto in parte alle gelate e in parte al calo delle superfici. Allora non si poteva prevedere l’evoluzione recente e si stimava qualche problema qualitativo dovuto a rugginosità e cinghiatura a causa del freddo.
In questo ultimo mese stiamo assistendo a un peggioramento continuo e progressivo della situazione a causa della maculatura bruna e del marciume calicino, con danni in alcuni casi devastanti. Il prodotto destinato alla commercializzazione o comunque di buona qualità non potrà che essere nettamente inferiore a quanto stimato in fase di previsione. I danni sono ingentissimi.
A che punto è la ricerca nel dare risposte a questi problemi?
Come OI Pera abbiamo collaborato e sostenuto diversi progetti di ricerca, le cui attività sono oggi in corso di svolgimento. Un progetto si sta svolgendo con il contributo della Regione Emilia-Romagna e altri due sono finanziati interamente dai soci dell’OI. I risultati non sono ancora disponibili, perché come sappiamo la ricerca ha bisogno di tempo.
L’Ue ogni anno riduce le molecole autorizzate guardando alla sostenibilità, ma poi i produttori non riescono a far fronte ai patogeni: qual è la soluzione?
Sì, questo è un grande problema. Purtroppo vengono ridotte le molecole autorizzate prima di trovare l’efficace alternativa. Io credo che la vera soluzione sia in attività integrata delle diverse tecniche, quindi non solo chimica, ma individuazione di diverse pratiche efficaci che nell’insieme contrastino queste patologie.
Credo però che in un momento eccezionale come questo, dove alcune risposte veloci debbono essere date agli agricoltori in attesa dei risultati della ricerca, sarebbe indispensabile richiedere la deroga di utilizzo per alcune molecole. Anche su questo come OI Pera ci stiamo impegnando.
State chiedendo un aiuto economico a fronte dei danni subiti?
Sì, questa è l’altra importante cosa da fare velocemente. Veniamo da un’annata a dir poco disastrosa, i produttori non possono sostenere un’altra stagione simile alla precedente. Ci vogliono misure di sostegno immediato alle aziende agricole da parte di Regione e Mipaaf. La speranza deve arrivare dalla ricerca, ma nell’attesa serve un aiuto affinché l’unica alternativa possibile non sia quella di espiantare.