Adriano Aldrovandi è il nuovo presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della Pera Igp dell’Emilia-Romagna. La sua ricetta per superare la crisi del comparto si chiama ricerca. “Quest’anno, purtroppo, la produzione di pere è stata il 50% in meno rispetto alla media e il calendario di commercializzazione è stato più breve. Abbiamo vissuto in questi ultimi anni un drammatico calo delle produzioni di pere per ettaro, legato anche ai problemi di cambiamento climatico da cui derivano problemi fitosanitari. Fondamentale investire nella ricerca”.
Presidente, la pericoltura emiliano-romagnola sta vivendo una fase difficile a causa di fitopatologie responsabili del crollo produttivo: come si rilancia il settore?
Abbiamo vissuto in questi ultimi anni un drammatico calo delle produzioni di pere per ettaro. Una diminuzione delle rese che è legata sicuramente anche ai problemi di cambiamento climatico, da cui derivano problemi fitosanitari. Penso che in questo momento,sia fondamentale investire nella ricerca, per trovare un equilibrio produttivo ottimale e puntare sulla qualità del prodotto a 360 gradi, dal campo alla tavola.
Sarà un percorso impegnativo nel quale dovranno essere coinvolte tutte le forze della filiera. Solo con uno sforzo di coesione del sistema nel suo complesso, dalle istituzioni, all’Organismo Interprofessionale, alla ricerca regionale e nazionale, al mondo produttivo e distributivo, potremo dare risposte ai problemi del settore.
Stiamo già lavorando per questo. Spero che il Consorzio della pera Igp Emilia Romagna, come tavolo intorno al quale siedono alcuni dei principali attori della filiera della pera italiana, ci darà l’opportunità di unire le forze al nostro interno e con altri organismi del settore. Questo per ricercare soluzioni concrete alle difficoltà agronomiche con le quali i produttori italiani di pere si stanno confrontando da anni. Qualcosa si sta già muovendo e auspico che in tempi rapidi potremo vedere i primi risultati.
Come sono andati produzione e consumi nel periodo critico della pandemia?
In questi mesi terribili l’intera filiera ortofrutta ha dimostrato forza e coesione rispondendo alla crescente domanda da parte dei consumatori italiani. Noi non abbiamo registrato particolari sbalzi nelle vendite perché il prodotto era ormai quasi tutto venduto. Quest’anno purtroppo la produzione di pere e stata molto più bassa del solito: -50% rispetto alla media e quindi il calendario di commercializzazione è stato più breve.
Comunque, anche la nostra filiera ha saputo dare risposte alla domanda di prodotto da parte di tutti i clienti in Italia e all’estero e la grande disponibilità e senso di responsabilità dimostrati da tutti i collaboratori dei nostri Soci hanno permesso – anche in questa particolare e difficile situazione di limitata disponibilità di prodotto – di soddisfare al meglio tale domanda.
Abbiamo qualche dato sull’export nel 2020?
L’export delle pere italiane durante il primo quadrimestre del 2020 – sempre a causa della ridottissima produzione del 2019 – è stato necessariamente molto inferiore rispetto a quello dello stesso periodo degli anni precedenti.
Come si prospetta la nuova campagna e qual è il calendario commerciale delle diverse varietà?
Al momento non abbiamo dati certi sulla nuova campagna: bisogna aspettare ancora qualche giorno per le previsioni di produzione. Tuttavia, da una prima valutazione, le gelate di fine marzo, che hanno danneggiato pesantemente le Drupacee, hanno provocato gravi danni anche alle pere, in particolare Abate Fetel, negli areali di produzione tipica come Ferrara, Modena e, in parte, Ravenna. I danni da gelo potrebbero determinare una riduzione di produzione rispetto alla normale capacità produttiva dell’Emilia Romagna. Questo, naturalmente, si rifletterà sull’offerta di Pere Igp.
Sul fronte della raccolta e commercializzazione delle pere Igp dell’ Emilia-Romagna confermo che inizierà come sempre a luglio inoltrato con le varietà estive, Carmen e Santa Maria, da poco inserite nel disciplinare. Proseguirà con Williams, Max Red Bartlett, Conference, Decana e Kaiser. Per terminare con la nostra varietà leader, Abate Fetel, che sarà in vendita fino a fine aprile-metà maggio 2021.
Quali progetti di promozione sono in via di sviluppo?
Attualmente è in corso un progetto di promozione cofinanziato attraverso il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna che terminerà a dicembre 2020. Il Progetto è indirizzato al mercato italiano e tedesco ed è volto a promuovere i “valori” delle pere dell’Emilia Romagna Igp. Soprattutto verso i consumatori più giovani, che sono i meno propensi al consumo di pere. Abbiamo promosso molto l’attività di comunicazione sui social e realizzato alcune iniziative in TV nella trasmissione Cotto e Mangiato e sul web con Giallo Zafferano, proponendo la pera come ingrediente di pregio in cucina.
Dall’autunno abbiamo inoltre in programma di realizzare iniziative dedicate ai consumatori nei punti di vendita della Distribuzione. Si tratta di veri e propri eventi che sapranno coinvolgere i responsabili acquisto e rendere protagonisti i produttori.
Sempre con CSO Italy abbiamo in essere un progetto europeo multipaese dedicato a un paniere di prodotti Igp tra i quali la pera è capofila. In questo momento penso che il legame tra prodotto e territorio e, in senso più ampio, l’italianità siano valori riconosciuti e ricercati dai consumatori, soprattutto a livello nazionale, su cui sarà importante puntare anche nelle prossime attività. Non dimentichiamo che l’Emilia Romagna rappresenta il 70% della pericoltura italiana e per questo il suo successo non è solo regionale ma acquisisce valenza nazionale.