Made in Italy, controllo della filiera, investimenti in tecnologia e ricerca. Orchidea Frutta è un’azienda pugliese che opera nel commercio dell’ortofrutta, da anni partner della gdo. Specializzata nell’uva da tavola, è nella fase di lancio della campagna delle clementine, con “volumi in crescita del 20%” come racconta l’agronomo e responsabile qualità Antonello Lepore.
Qual è il focus business di Orchidea Frutta?
L’azienda opera nel settore del commercio dell’ortofrutta. È stata fondata negli anni 60 dal padre degli attuali titolari, Nicola e Vitantonio Giuliano.
Negli anni 80 e 90 ha sviluppato il business puntando prima sui mercati e poi alla Gdo, dove dagli anni Duemila c’è stato un exploit, in quella italiana ed estera. L’export oggi incide al 50% sui ricavi che sono intorno agli 80 milioni: esportiamo in Germania, Belgio, Olanda, Inghilterra, Spagna, ma anche Oltreoceano.
Quali disciplinari condividete con i fornitori?
Abbiamo grande attenzione alla produzione: seguiamo la filiera dal campo, gestendola dal punto di vista agronomico. Ci approvvigioniamo da fornitori del Sud-Est barese e Tarantino. La nostra azienda è certificata GlobalGap e Grasp (oltre che IFS, BRC e ISO9001:2015). Lavorando con la Gdo abbiamo necessità di organizzare un servizio tecnico che segua la produzione basata sul disciplinare da agricoltura integrata. Abbiamo anche un’azienda di proprietà su 200 ettari coltivati a uva da tavola.
Quali sono i prodotti di punta?
L’uva da tavola è il core business, poi siamo specialisti nelle ciliegie. Quindi clementine e arance, albicocche, pesche e nettarine, carciofi. Per le ciliegie usiamo anche una selezionatrice ottica d’avanguardia di Compac che ci dà un forte aiuto.
Come si presenta la campagna delle clementine?
Per le clementine lavoriamo sei mesi: dalle precoci agli ibridi tardivi. Abbiamo fatto i primi stacchi da una decina di giorni, consegnando già in Gdo, in Esselunga per esempio. Nel giro di un paio di settimane entreremo nel pieno con le altre le varietà, fino a dopo la metà di novembre con la clementina comune dell’arco Ionico- tarantino.
Quest’anno i volumi sono cresciuti del 20%. La qualità risentirà un po’ del calibro, leggermente più piccolo. Sulla questione prezzi ai fornitori, noi acquistiamo la produzione in pianta e forniamo assistenza tecnica, condividendo la conduzione agronomica: questo è un punto di forza.
Sull’uva come sta proseguendo la campagna?
Lavoriamo sette mesi all’anno con l’uva, fino a dicembre. Abbiamo sia uva con semi sia senza semi. Al momento siamo nel pieno della campagna con l’uva Italia e Red Globe per quella con semi; per le seedless abbiamo una vasta gamma e quest’anno è esplosa – dal punto di vista commerciale – la AutumnCrisp, varietà del breeder Sun World, di cui siamo tra i licenziatari: ha aroma moscato, croccantezza straordinaria e ottima shelf-life.
Quale va di più tra le due tipologie?
Il senza semi: quest’anno è aumentata di un 20-25% come vendite. Negli ultimi dieci anni c’è stata crescita esponenziale delle superfici coltivate e forte richiesta di mercato: in passato arrivava solo dal Nord Europa.
Quali prodotti a marchio Orchidea Frutta sono i più preformanti in Gdo?
Ciliegie a parte, in questo momento uva, soprattutto quella bianca seedless, come AutumnCrisp: abbiamo coltivazioni sia nel Sud-est barese sia nel Tarantino. Abbiamo creato un gruppo di produttori che segue un nostro disciplinare tecnico.
Per noi è importante fare qualità: puntiamo sul made in Italy e controllo della filiera, cercando di stare a scaffale tutto l’anno con diversi prodotti.
Progetti in divenire?
Stiamo lavorando sull’innovazione varietale per l’uva da tavola senza semi, che ci dà possibilità di spaziare. Sono in atto progetti di selezione non solo con breeder californiani e israeliani, ma anche con una rete di imprese locali, università e centri di ricerca. L’obiettivo è avere prodotti con maggiore resistenza ai patogeni e creare un germoplasma viticolo seedless autoctono.