Kiku, le nuove varietà di mele devono essere sostenibili #vocidellortofrutta

Per l’ad Jürgen Braun il focus globale della ricerca è concentrarsi su cultivar capaci di resistere a patogeni e clima

Jürgen Braun, ceo di Kiku Variety Management
Jürgen Braun, ad di Kiku Variety Management

“Non facciamo il breeding in casa, ma ci appoggiamo a società da tutto il mondo. Se però un breeder non ha l’idea della sostenibilità, non mi interessa. Non c’è spazio per la millesima mela nuova”. Jürgen Braun, ad di Kiku Variety Management, ha le idee chiare su oggi cosa voglia dire novità nel campo della melicoltura. Ovvero portare sul mercato cultivar che rispondono in qualche modo al climate change.

La mela del futuro è quella sostenibile?

Io sposo totalmente la linea del Green Deal. E sto investendo molto in ricerca e sviluppo, con nuovi campi da test dove il focus ben chiaro è la sostenibilità. Tutti stiamo cercando varietà nuove in questa direzione. Devono implicare meno lavoro, meno chimica, risparmio di acqua, maggiore resistenza a patogeni. La Spagna, con l’Istituto di Ricerca e Tecnologia Agroalimentare (Irta), e la Nuova Zelanda stanno lanciando diverse novità da questo breeding chiamato hot climate. Occorre andare in questa direzione, con mele che non abbiano i problemi del colpo di sole. In diverse zone si sta discutendo se Gala abbia ancora senso con queste temperature di luglio e agosto. Oggi abbiamo necessità di questo surplus, hot climate, resistenza o tolleranza, come si voglia chiamare. I consumi stanno decrescendo, i costi per la produzione aumentano, non c’è spazio per la mediocrità. E servono anche i volumi per un ritorno di investimento. La mela, non vai poi dimenticato, deve essere attrattiva per colore, estetica, gusto, croccantezza, succosità. Ma questa è ormai una conditio sine qua non.

Ma come si può pensare di rilanciare i consumi dovendo dimezzare gli agrofarmaci (lo chiede l’Ue) quando aumentano i patogeni per il climate change?

Domanda da un milione di dollari, sto girando gli impianti, i costi aumentano, ai giovani passa la voglia, ogni giorno c’è un virus o batterio nuovo, dovresti aumentare gli agrofarmaci ma serve dimezzarli.

Parliamo di progetti novità tra mele Club o libere. Dove vanno gli investimenti?

Mele rosse Kiku Nuova Zelanda
Mele Kiku Nuova Zelanda

Sto concentrandomi molto su due mele club, i marchi Kiku e Isaaq, la mela snack, il cui breeder è il Civ. Pesi massimi come Rivoira, Vog e Vip stanno lanciando pure loro mele snack nuove: ottimo! La mela piccola è un trend che funziona, risponde allo spreco alimentare, piace ai bambini. Sono tanti i motivi che portano a puntarci. Sta avendo un grande successo anche la mia Pinova precoce con il marchio Alnova, che aggiunge ancora più colore: va molto in Germania, Polonia. Il periodo di raccolta è tra la Gala e la Golden, per il produttore un tempo altrimenti vuoto. È anche una varietà libera: non sto dicendo che ci sono troppe varietà club, la coesistenza è dovuta, c’è spazio per tutti. Altri esempi come la Story Inored francese danno ragione a questo concetto.

Kiku sarà a Fruit Attraction e Interpoma?

Certamente. A Fruit Attraction sono ospite del partner israeliano BenDor (stand 8B20). A Interpoma ci sarà una grande comunicazione su una novità che riguarda l’azienda. Sono 25 anni di Kiku, celebreremo anche l’evento con una serie di inviti. Il marchio è presente in 50 Paesi in tutto il mondo. Stiamo facendo sempre meglio nei Paesi asiatici soprattutto con le Kiku di provenienza neozelandese: in Asia i consumatori sono molto brand oriented, amano i colori, la novità. In Nuova Zelanda ho anche dei pesi massimi a bordo della Kiku, come Turners & Growers. Alla fine Kiku è ancora un marchio giovane. L’ Italia è purtroppo uno dei Paesi dove fa fatica.

Com’è la situazione generale del mercato delle mele? Opportunità e criticità del comparto?

La previsione per questo autunno delle Kiku sono di 20 mila tonnellate in Europa e altri 5 negli Usa, un’ottima stagione, una frutta di qualità, un altro anno buono per Kiku. A livello di variety management, gestisco una decina di cloni migliorativi di Gala, Golden, Red Delicious, Pinova e  Fuji, quelle a marchio King sono 100% colorate. Tanti in realtà vedono, come me, la chance in questo momento di crisi. Ci saranno meno produttori, ma la mela sarà sempre il prodotto numero uno in Italia.

 

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