Nicola Micheletti è titolare, con il padre, dell’azienda agricola Il Frutteto, a Bolgare, nella provincia di Bergamo. È stata tra le prime in Italia a portare il metodo self-service di raccolta delle ciliegie. “Apriamo il frutteto al consumatore per una raccolta diretta in campo. E vendiamo il 100% del prodotto con la vendita diretta”. Con l’azienda agricola Sant’Anna di Sant’Omobono Terme, di Matteo Locatelli, ora intende esportare il format, a cominciare da Milano, con il progetto Ciliegiami.
Quando e come si svolge la raccolta?
Da fine maggio a fine giugno: abbiamo piante tenute appositamente basse, ad altezza massima di 2,5 metri. Si dà un cestino alle persone, si spiega come si fa la raccolta per non rovinarle e li si fa entrare nei filari maturi. Raccolgono, vanno in cassa e pagano 6 euro al chilo. Abbiamo un frutteto a Bolgare e uno a Lodi. In totale sono quasi 3 mila piante, con più di 30 varietà. Quest’anno la raccolta dovrebbe cominciare a fine maggio: usiamo molto i social per fare comunicazione. I clienti vengono dalla provincia di Bergamo, Brescia, Milano. Arrivano gruppi anche con i bus: sono esperienze organizzate, migliaia di persone. Facciamo un mese e mezzo di vendita.
Come vengono “trattati” i ciliegi?
Facciamo lotta integrata: siamo per il bio, abbiamo anche orti bio, ma sul ciliegio è difficile. A meno che non si utilizzino coperture con reti anti-insetto. Ma hanno spese esorbitanti: lo fanno solo in Trentino.
L’azienda produce solo ciliegie?
L’azienda ha 35 anni, era partita con mio padre. Abbiamo anche pesche, albicocche e 400 piante di kiwi: facciamo però noi la raccolta. Vendiamo anche dei trasformati, marmellate e succhi: li lavora il laboratorio di Matteo Locatelli ad Astino.
Chi ha avuto l’idea della raccolta self-service?
Siamo stati noi a creare questa metodologia, abbiamo diviso i filari a maturazione a scalare, in modo da dilazionare la raccolta nel tempo. La nostra è stata l’azienda pilota, poi si è creata a Bergamo una rete di aziende che fa la stessa vendita diretta: Matteo, ad Astino, ha la stessa attività. Noi forniamo anche le piante madri, abbiamo un vivaio. Si è creata una rete del self service.
Come nasce Ciliegiami?
Nasce dall’idea dalla collaborazione con Matteo Locatelli e abbiamo avuto l’idea di portare il progetto a Milano. L’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, ci ha trovato il terreno, a Novate Milanese nel Parco della Balossa. Lo abbiamo preso in affitto per 20 anni, faremo solo ciliegie: quest’anno 2600 piante l’anno prossimo arriviamo a 6 mila, i frutti tra 3 anni. Sono varietà antiche e anche nuove: Kordia, Ferrovia. Faremo anche eventi in occasione della fioritura, picnic tra piante fiorite, con una struttura per aperitivi. Poi seguiremo con la raccolta: proponiamo un’esperienza.
È un modello proposto anche all’estero?
In Australia e California ci sono aziende che fanno raccolta self-service, ma con esperienza al pubblico siamo i primi. L’idea, in realtà, è creare un modello esportabile anche all’estero e in altre città italiane, creando una rete. Noi abbiamo l’esperienza per fornire le varietà giuste: abbiamo un metodo che funziona.