“Il nostro format di internazionalizzazione non è una semplice collettiva, ma una comunità produttiva itinerante che, dal 2018, si è affermata all’interno di tre importanti fiere di settore: Fruit Logistica a Berlino, TuttoFood a Milano e Fruit Attraction a Madrid. La parola d’ordine dell’Italian Fruit Village a Fruit Logistica è condivisione“. Emilio Ferrara, presidente del Consorzio Edamus, ideatore del format d’internazionalizzazione del prodotto fresco italiano, racconta le attese e le sfide alla vigilia dell’importante evento di Berlino.
Quante aziende e Op compongono la comunità produttiva itinerante e come sarà organizzato lo spazio espositivo dell’Italian Fruit Village?
A ogni fiera la comunità cambia in base a quelle che sono le caratteristiche dell’evento. Quest’anno a Fruit Logistica, all’interno degli spazi espositivi dell’Italian Fruit Village, saranno presenti le op Terraorti, La Deliziosa, A.O.A, Costieragrumi, Pignataro, Agritalia; le aziende agricole Cerro, B&B Frutta, FeolFruit, Corag, La Reggia, La Picentina, Paolillo e Nicola Palma. Sarà presente anche un Gruppo di Azione Locale, il Gal Terra è Vita, a testimonianza della profondità di rappresentazione del territorio che è capace di esprimere l’Italian Fruit Village.
Come ogni villaggio che si rispetti, anche IFV ha la sua piazza: un palco con platea e area networking opportunamente attrezzate con ristobar e spazio showcooking, dove sarà possibile potersi incontrare per riallacciare le relazioni umane e dare nuovo slancio al business.
Quali gli appuntamenti più importanti?
Per quanto riguarda gli eventi, non esiste l’appuntamento più o meno importante. Certo, siamo onorati di poter ospitare i presidenti nazionali delle maggiori Associazioni di categoria, così come i principali attori istituzionali della filiera agricola, ma siamo orgogliosi anche di intercettare tante aziende, università e anche tanti progetti di promozione al consumo che hanno scelto l’Italian Fruit Village quale veicolo attraverso il quale presentare i propri successi.
L’export dell’ortofrutta italiano nel 2021 è cresciuto a due cifre: su cosa oggi deve puntare il made in Italy in chiave di internazionalizzazione, qual è la parola d’ordine a Fruit Logistica, quali i mercati su cui concentrarsi?
La parola d’ordine dell’Italian Fruit Village a Fruit Logistica è condivisione. Il format itinerante Italian Fruit Village è stato ideato proprio per rendere fluide le relazioni e le interazioni tra ogni tipologia di interlocutore. La condivisione è la dinamica fondamentale sia in chiave di incontro tra domanda e offerta, sia in termini di visibilità.
Il settore agroalimentare italiano ha un peso importante, in particolare il settore ortofrutticolo è in forte crescita con i suoi 260 milioni di euro in più anno su anno nonostante i lockdown (fonte Report 2021 – Allianz) ed è necessario diventare ancora più protagonisti sullo scenario dell’export nell’ambito del mercato europeo, con particolare “occhio” ai Paesi del Nord Europa, tra cui UK e Scandinavia, sempre più attivi ad incentivare e a recepire il consumo di frutta e ortaggi di qualità.
Per quanto riguarda il “mercato terzo”, è necessario affrontare il problema della logistica e della catena del fresco rispetto alla quale devono essere attivate politiche di incentivi anche per la ricerca e lo sviluppo di metodi e strumenti efficaci per l’esportazione.
Alla problematica del clima e dei patogeni oggi si è aggiunta una terza, quella dei rincari: energia, materie prime e logistica. Come sta rispondendo il comparto?
Le congiunture pandemiche e belliche hanno creato innumerevoli problemi a tutto il tessuto economico internazionale, è chiaro che anche il comparto ortofrutticolo risenta pesantemente di ogni conseguenza.
Nell’immediato è necessario prevedere un sistema di sostegno che consenta di fronteggiare i rincari generali: la mancanza di autosufficienza produttiva che il conflitto attivo in Europa ha drammaticamente messo in risalto.
Il sistema di sostegno economico deve essere pronto a rispondere alle urgenze del momento. La capacità di innovarsi e la flessibilità in termini di adattamento veloce alle trasformazioni epocali alle quali assistiamo – nel breve e lungo periodo – sono gli elementi chiave per fronteggiare la crisi attuale e progettare un futuro sostenibile.
La digitalizzazione produttiva, la ricerca di nuove forme per arricchire i terreni impoveriti dalle colture, lo studio di forme di produzione energetica da applicare nelle aziende, l’investimento in attività di promozione e valorizzazione, e la re-immissione delle materie all’interno del ciclo vitale sono le strategie da mettere in atto per affrontare la sfida che questa impegnativa fase economica richiede.