Unconventional investe nel meat analogue e 100% plant-based #vocidellortofrutta

Il ceo Ioanna Stravopoulou spiega le strategie del marchio di Granarolo. “Siamo entrati anche nel segmento pesce vegetale e a medio-lungo termine sperimenteremo la fermentazione di precisione”

Ioanna Stravopoulou, ceo di Unconventional, marchio di Granarolo nel plant-based
Ioanna Stravopoulou, ceo di Unconventional

Unconventional, società controllata da Granarolo, è specializzata nel plant-based, con il focus business sui burger. Il brand, da tre anni, sta portando questi prodotti in chiave street food anche all’interno delle fiere, attraverso un food truck, per dare a tutti la possibilità di gustare l’alternativa vegetale. Il prossimo evento, fa sapere Ioanna Stravopoulou, ceo di Unconventional, sarà Cosmoprof, a Bologna (20-23 marzo). Ma la strategia del brand è a 360 gradi. Dopo l’entrata anche nel segmento fish analogue, vuole presidiare maggiormente anche il mercato più tradizionale plant-based, senza tralasciare le nuove tecnologie, come la fermentazione di precisione.

Come va il mercato plant-based?

Abbiamo la fortuna di operare in un mercato che è un motore di crescita anche per la distribuzione organizzata. Il mondo della gastronomia vegetale in Italia è cresciuto nel 2024 del 20% rispetto al 2023, in un contesto inflazionistico generale; per quello “alternative” proteico, che comprende anche alternative vegetali alla carne, pesce, salumi, l’incremento è stato del 30%. Il consumatore italiano segue i trend globali, la riduzione dell’apporto di carne per motivi di salute e il tentativo di includere sempre di più verdure e legumi. Sul plant-based nei mercati Usa e Uk si registra qualche flessione. Molto probabilmente perché lì c’è stato un boom di investimenti che ha creato aspettative che non si sono avverate.

In quali categorie plant-based Unconventional sosterrà i maggiori investimenti?

Per noi il mercato più importante è il meat alternative. Burger Unconventional entra in quasi il 20% delle famiglie italiane, dunque ci sono ampi margini di crescita. Gli alimenti vegetali crescono in due direzioni: sia quella di alternative proteiche a carne, formaggi, pesce, formulati per replicare un’esperienza di un prodotto vegetale in chiave non vegetale; sia quella di prodotti plant-based fatti con verdure, tofu e ingredienti che nascono come vegetali.

Quali novità di prodotto/linea sono stati lanciati recentemente o saranno di prossimo lancio?

Nel 2025 investiamo anche nella categoria vegetale più tradizionale, oltre che nel meat analogue che rimane per noi la principale. Abbiamo lanciato tre referenze nel mondo del tofu, in chiave piatti pronti, a base di questo ingrediente cucinato e precotto per dare più servizio. Vedendo la crescita degli alimenti vegetali a base verdure, stiamo anche lanciando due referenze di miniburger a base legumi e verdure. Prodotti che non puntano a imitare il gusto della carne, ma a esaltare il gusto vegetale in maniera naturale alzando il contenuto proteico. Utilizziamo ceci in una referenza e fagioli cannellini di filiera italiana nella seconda: ingrediente, quest’ultimo, che ancora nessuno ha utilizzato in questo segmento.

L’azienda pensa di cavalcare le nuove tecnologie come la fermentazione di precisione che mira a un prodotto sempre più simile a quello animale o punta sulla strada del più tradizionale prodotto vegetale?

Puntiamo su entrambe le strade. Stiamo lavorando sulla fermentazione di precisione, ma è un discorso a medio-lungo termine perché nel frattempo abbiamo bisogno di capire come evolverà il quadro normativo rispetto alle nuove tecnologie. Sicuramente si aprono molte possibilità per le caratteristiche organolettiche del prodotto, ma non è del tutto chiaro come si potrebbero commercializzare questi prodotti, con quale posizionamento, se il consumatore avrà l’apertura mentale di provarli.

E sul pesce vegetale?

Abbiamo lanciato lo scorso anno una referenza di nuggets simil pesce, è iniziato come un esperimento, il ritorno è positivo, anche se non rientra nei nostri piani allargare tantissimo in questa gamma. È un segmento interessante, in crescita, in cui anche noi abbiamo messo un piede.

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