Dal prossimo 4 luglio i limoni provenienti dal Sudamerica arriveranno al terminale Green del porto di Venezia, riattivando un corridoio sul porto della Serenissima che, per questo tipo di prodotto, era inattivo da 10 anni. Intercettare le rotte atlantiche sulle quali, per l’Italia, la fa da padrone il porto di Livorno, è solo uno dei passi del piano di rilancio del Venice Green Terminal. Il prossimo passo, a ritmo serrato, sarà la riapertura, da settembre, del traffico delle banane e lo sviluppo di nuove relazioni commerciali con Israele e Nord Africa.
Il piano. Porta la firma di Claudio Iccardi, neo sales manager dell’hub dedicato ai freschi, la rivoluzione programmata del Vgt. Iccardi, forte della sua esperienza nella logistica del fresco su tutti i livelli della catena distributiva, in soli sei mesi ha letteralmente riorganizzato la struttura con l’obiettivo, fra gli altri, di arrivare a ridurre i tempi di sdoganamento delle merci di oltre la metà degli attuali.
«Non abbiamo altra scelta – ci ha spiegato – se il nostro obiettivo è quello di diventare un hub portuale di riferimento per i mercati del Nord-est inclusa l’area produttiva emiliano-romagnola e il Nord Europa. Il caso Argentina è eclatante perché fino ad ora nessuno si era mai sognato di venire a Venezia da quelle latitudini. Stiamo lavorando per importare prodotti i contro-stagione dal Sudamerica e per esportare mele, pere e kiwi italiani verso quei mercati nei periodi della loro contro-stagionalità. Stiamo lavorando anche per fare stoccaggio ed esportazione per i produttori di mele affinché queste possano arrivare a Venezia via camion e da qui esportare utilizzando il consolidamento di container che permette risparmi fino al 20% perché ogni 5 viaggi possiamo consolidare sei container».
Le rotte. Il 4 luglio approderà sulle banchine veneziane, a bordo della nave cargo Bjorg un carico di limoni dall’Argentina del produttore San Miguel, uno dei più importanti player sudamericani dell’ortofrutta. Due settimane dopo, un altro carico di agrumi approderà dall’Uruguay, sulle banchine veneziane.
«Siamo in grado di movimentare la merce – spiega Sergio Berto, presidente di Vgt – e di distribuire a carico intero o a groupage da 2 a 15-20 pallet per volta. Rispetto alle tradizionali rotte dal Sud-America, scegliere Venezia, per le aziende del Nordest e dell’Emilia-Romagna, può essere vantaggioso per consegne via terra e ridistribuzione sul territorio italiano, a seconda della prossimità delle destinazione, nell’arco di 500 chilometri dalla Laguna, fino all’Abruzzo e al Lazio».
I prodotti. Dopo gli agrumi, il prossimo prodotto a cui si aprirà la logistica del Vgt saranno le banane per le quali sarebbero già aperte le trattative commerciali e che lasciano ipotizzare l’arrivo dei primi carichi già dal mese di settembre.
«Riportare il traffico di banane a Venezia – ha precisato Iccardi – è un progetto talmente ambizioso che sembra quasi impossibile. Ci stiamo lavorando con l’intento di potere cominciare con i primi carichi già dal prossimo settembre. Ma non ci fermeremo alle sole operazioni di logistica perché se questa movimentazione prende la piega giusta potremmo anche pensare, da qui ad un anno, di riprendere un vecchio progetto del Vgt, mai sviluppato, relativo alla creazione di centri di maturazione per le banane».
Il Mediterraneo. In fase di sviluppo gli accordi con alcuni partner Nordafricani che – se dovessero concludersi con esito positivo anche sulla scia dell’esiti attesi degli accordi bilaterali con alcuni paesi Nordafricani in cui è coinvolta l’Italia – spingerebbero verso la creazione di un corridoio nord-sud Mediterraneo in funzione della piattaforma logistico portuale veneziana. Una nota dell’azienda riferisce: «VGT si appresta a ripartire con nuove relazioni commerciali con Israele e Nord Africa. Nel dettaglio sbarcheranno a Venezia agrumi, mango, avocado, melograni, fichi d’India, litchi (ciliegie cinesi), papaya e altri prodotti di origine esotica».