Cpr System sta vivendo un processo di grande trasformazione con la transizione alla nuova cassa Redea che porterà, nel prossimo biennio, alla trasformazione di 16 milioni di casse verdi che saranno rigranulate e riutilizzate. Ma nonostante i rincari energetici, della logistica e della materia prima, ha deciso di bloccare i prezzi dei servizi. Il Consorzio nel 2021 ha movimentato circa 165 milioni di casse e 7,8 milioni di pallet.
Volano i costi dell’energia e della plastica ma nessun aggravio sui soci
Il modello da sempre punta sull’efficienza energetica per ottimizzare i costi e il riciclo della plastica proveniente dalle casse non più utilizzabili. “A Gallo, sede principale di Cpr System, abbiamo da sempre massimizzato l’efficienza con impianti a basso impatto energetico tramite il fotovoltaico e il nostro modello tutt’ora regge l’impatto della crisi. Ma certamente le nostre strategie in termini di efficientamento non compensano rincari che superano il 40% nell’ultimo bimestre” fa notare la direttrice generale di Cpr System, Monica Artosi.
Secondo i dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) l’Italia ha il grado più elevato di dipendenza energetica dall’estero tra i maggiori Paesi europei: il 78,6% contro il 47,3% della Francia, il 64% della Germania e il 76,3% della Spagna. Per il gas naturale il peso dell’import è superiore al 90% (contro una media Ue di circa il 70%).
Un’altra grande difficoltà è il reperimento della materia prima. “Il prezzo della plastica per chilogrammo è passato da 1,24 euro al Kg, quando abbiamo dato avvio al nostro progetto di trasformazione, per arrivare agli attuali 2 euro al kg; con punte, in alcuni momenti, di 2,30 euro al kg. Nonostante i rincari, stiamo procedendo a pieno ritmo nell’inserimento delle casse Redea e manteniamo i prezzi bloccati, senza alcun aggravio di costi sui soci. Entro il 2023 riteniamo di chiudere l’intero processo di sostituzione”.