Eurepack, il consorzio italiano di aziende che promuovono l’imballaggio riutilizzabile, ha presentato a Macfrut 2018 “R1-Reuse”, la rete europea che si è costituita con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema del riuso istituzioni comunitarie e opinione pubblica.
Nell’ambito del convegno “R1-Reuse, la rete europea per il riutilizzo” è stata infatti analizzata la funzione strategica del riutilizzo come modello sostenibile per definizione. “Affiancata da ricercatori, consorzi e lobby internazionali, nonché da aziende italiane ed europee che incentrano il proprio business sul riuso – ha affermato Carlo Milanoli, presidente di Eurepack – il consorzio ha voluto mostrare come i sistemi d’imballaggio riutilizzabili non generino rifiuto e si inseriscano in una catena virtuosa di valore per l’economia circolare”.
La plastica vale il 37% degli imballaggi riutilizzati
Lo studio sul riutilizzo degli imballaggi in Italia commissionato da Conai (Consorzio nazionale imballaggi) al Politecnico di Milano ha evidenziato che in Italia sono presenti ben 38 diverse declinazioni del riutilizzo, suddivise tra le seguenti tipologie: 37% plastica, 24% acciaio, 18% legno, 11% alluminio, 5% vetro e 5% carta e cartone. Uno dei settori di utilizzo principale è quello del food&beverage, dove giocano un ruolo importante nel comparto ortofrutticolo le cassette in plastica gestite da società di pooling.
La valutazione tramite metodologia Lca (Life Cycle Assessment) degli impatti ambientali del ciclo di vita di varie tipologie di imballaggi ha evidenziato come l’impatto ambientale dovuto al processo di rigenerazione ad ogni ciclo sia generalmente modesto rispetto a quello associato alla produzione dell’imballaggio stesso e sia associato prevalentemente al trasporto dall’utilizzatore all’impianto di rigenerazione e alla gestione dei residui rimasti nell’imballaggio.