Pomodori Lapietra: storia di un brand che si è fatto da solo

Il fatturato dell'azienda barese si conferma in costante crescita. Il vantaggio competitivo della certificazione Residuo zero

Duemila tonnellate di pomodori di elevata qualità ottenute in nove ettari di serra hi-tech e destinate alla grande distribuzione organizzata pugliese per un fatturato aziendale in crescita costante (5,6 milioni di euro nel 2020). Questa in estrema sintesi l’Azienda F.lli Lapietra di Monopoli (Bari).

“Ho iniziato coltivando pomodori per la mia famiglia. Sono piaciuti, e così ho dovuto accontentare anche le richieste di amici e parenti. Poi, via via, ho lavorato un po’ più in grande per i mercati locali e, crescendo ancora la domanda, per grossisti e fruttivendoli. Quando si è affacciata la Gdo pugliese abbiamo smesso di parlare di pomodori e iniziato a parlare di marchio Lapietra. Che ora è un brand riconosciuto e associato a pomodori dagli standard qualitativi elevati, con una propria fascia di clienti e di prezzi”, racconta a FreshPoint Magazine Enzo Lapietra, titolare dell’omonima azienda insieme al fratello Lino.

Nella serra idroponica di ultima generazione sono prodotte 365 giorni l’anno numerose tipologie: ciliegino, datterino rosso, datterino giallo, zebrato, ramato, verde di qualità, tondo liscio e pomodoro nero.

Il vantaggio delle certificazioni nichel-free e Residuo zero

I consumatori pugliesi e del Sud in generale sanno distinguere un pomodoro di qualità. Essere apprezzati da loro, secondo Lapietra, rappresenta la prima conferma di coltivare un prodotto premium. “Prima, però, ci sono stati anni di lavoro per ottenere le certificazioni nichel-free e, dal 2020, Residuo zero – precisa Lapietra – Certificazioni che offrono vantaggi competitivi. La prima perché permette anche ai consumatori allergici  di gustare i pomodori, mentre il Residuo zero (che certifica non ci siano fitofarmaci di sintesi oltre il limite di 0,01 ppm, ndr) risulta vantaggioso sia per chi lavora sia per coloro che acquistano il nostro ortaggio. Sicuramente abbiamo ridotto i volumi prodotti, ma usiamo meno interventi chimici e il prezzo che spuntiamo è più alto”.

La qualità, poi, è garantita da centinaia di analisi di laboratorio condotte sia quando il prodotto è sulla pianta, sia in fase di raccolta e di confezionamento. “A ulteriore conferma della qualità che offriamo, i nostri operai, un centinaio circa, sono i primi acquirenti del nostro pomodoro dando un segnale forte. Basti dire che il 10% del nostro fatturato è realizzato a Monopoli, una cittadina di 50mila abitanti”, osserva l’imprenditore.

Dalla Puglia a tutto il centro-sud

“Abbiamo iniziato servendo i supermercati della Puglia, ai quali si sono mano a mano aggiunti quelli di Campania, Molise, Basilicata, Calabria e alcuni mercati del Nord. E, quando si lavora con passione, i risultati arrivano. Anche la Gdo, che normalmente preferisce vendere i prodotti a marchio proprio, quando trova imprenditori affidabili e ortofrutta di elevata qualità, è disposta a commercializzarli con un altro brand. A noi è accaduto questo e il nostro brand negli anni è cresciuto in termini di riconoscibilità e richieste”.

La pandemia non ha creato particolari problemi ai pomodori Lapietra. Solo il primo lockdown ha leggermente condizionato le vendite dei pomodorini colorati, prevalentemente destinati al canale Horeca.

Sostenibilità e packaging

Per il confezionamento dei suoi pomodori l’azienda Fratelli Lapietra sta usando prevalentemente cestini da 250, 300 o 500 grammi in cartoncino e PLA riciclabile o film compostabile. “L’obiettivo è di arrivare presto all’utilizzo esclusivo di cartoncino riciclabile – conclude Enzo Lapietra – Stiamo lavorando per permettere a chi ci acquista di poter vedere il contenuto della confezione”.

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