Il cambiamento climatico condiziona anche la festa della donna: quest’anno ci sarà un 40% in meno di mimosa, fa sapere Cia, a causa delle fioriture anticipate in gennaio. E il vivaismo corre ai ripari, studiando varietà tardive.
Un business da 12 milioni di euro
Sarà di 12 milioni di euro il giro d’affari per la mimosa, prodotta per il 90% in Liguria, ben 10 milioni i mazzetti pronti a essere regalati. Al dettaglio i prezzi aumenteranno mediamente del 20%: dai 6 euro ai 12 euro per i mazzetti e dagli 11 a 50 euro per le piante. Da solo l’8 marzo vale l’85% degli acquisti di stagione. Cia ricorda che le vendite di mimosa hanno tradizionalmente un effetto trainante per la commercializzazione di altre specie di fiori primaverili come anemoni, ranuncoli e margherite.
L’Associazione dei florovivaisti italiani di Cia fa notare che a causa degli eccessivi costi di trasporto si è ridotta l’importazione in Europa di fiori dal Sud America e dall’Africa dove spesso non vengono rispettati i diritti dei lavoratori e si produce con pesticidi vietati nell’Ue: è il caso, segnala, delle rose vendute nelle catene della grande distribuzione che arrivano per la quasi totalità dal Kenya o delle orchidee, provenienti al 90% da Taiwan.