Diversi studi suggeriscono una correlazione tra il consumo delle prugne disidratate e i rallentamenti dei processi di perdita ossea. L’avanzamento della ricerca nutrizionale incentrata sull’osso sarà al centro della visione strategica del California Prune Board per la ricerca dei prossimi dieci anni.
Da 50 a 100 grammi al giorno per godere dei benefici
La chiave sarebbe il microbiota dell’intestino. I ricercatori suggeriscono che i composti fenolici e il contenuto di fibre alimentari nelle prugne secche possano modificare la flora intestinale in modo da diminuire la circolazione dei marcatori infiammatori, diminuendo il turnover osseo.
Per prevenire la perdita ossea studi clinici condotti su donne in postmenopausa indicano un consumo di prugne secche sia di 50 grammi (5-6 prugne disidratate) che di 100 grammi (10-12 prugne disidratate) al giorno. Le prugne disidratate migliorano inoltre la salute ossea anche negli uomini dopo soli tre mesi di consumo quotidiano. “Miriamo a comprendere meglio il ruolo delle prugne disidratate in questo ciclo che è fortemente correlato alla salute dell’intestino, all’infiammazione e agli stati ossidativi all’interno del corpo” ha dichiarato Andrea N. Giancoli, MPH, RD, consulente nutrizionista, del California Prune Board.