Deve il nome al suo aspetto: il pomodoro bronzeo. Buccia dal colore metallico e bronzato ed una significativa quantità di composti ad azione salutistica sono le peculiarità di una nuova linea di pomodoro, geneticamente modificato e arricchito di diverse classi di biocomposti appartenenti alla famiglia dei polifenoli.
Il pomodoro bronzeo e i polifenoli
Il progetto pomodoro bronzeo nasce cinque anni fa ed è il risultato di una ricerca condotta dall’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (Ispa-Cnr), unità di Lecce, in collaborazione con Cathie Martin ed Eugenio Butelli del John Innes Centre, Norwich e con Marcello Chieppa dell’Irccs ‘S. De Bellis’ di Castellana Grotte (Ba).
I polifenoli, metaboliti secondari derivati dalle piante, sono naturalmente presenti in frutta e verdura, ma per disporne in quantità e varietà adeguate, dovremmo assumere attraverso la dieta, quantità e varietà considerevolmente alte di tali alimenti.
Lo studio ha evidenziato la possibilità di accumulare in un solo pomodoro bronzeo, quindi in un’unica matrice alimentare, composti ad azione salutistica pari a quelli presenti in 5 kg di uva rossa e i test eseguiti sui topi hanno dimostrato che la combinazione dei polifenoli presenti nel pomodoro bronzeo ha effetti benefici sull’infiammazione intestinale attenuandone i sintomi.
Cosa dicono i ricercatori sul pomodoro bronzeo
Angelo Santino, della sezione Cnr di Lecce, coordinatore del progetto pomodoro bronzeo, nel comunicato del centro di ricerca afferma: “Nei nostri laboratori siamo riusciti ad ottenere, attraverso un approccio di ingegneria metabolica, una linea di pomodori, che abbiamo chiamato ‘bronzeo’ per il colore metallico e bronzato della loro buccia, che contengono una combinazione unica di polifenoli. Si tratta, in particolare di flavonoli, antocianine e stilbenoidi la cui azione sinergica è stata valutata in topi affetti da infiammazione cronica intestinale”.
Aggiunge Aurelia Scarano dell’Ispa-Cnr: “Tra gli effetti benefici riscontrati, abbiamo osservato un miglioramento nella composizione del microbiota, con arricchimento in batteri lattici positivi e una riduzione sia nel contenuto di sangue nelle feci sia nella secrezione di fattori infiammatori”.
La ricerca proseguirà al fine di riscontrare i benefici del pomodoro bronzeo in altre patologie. Il ricercatore salentino, Angelo Santino, sottolinea infatti che “gli effetti non sono confinati all’infiammazione cronica intestinale ma si sta verificando la possibilità di utilizzare il pomodoro bronzeo nella prevenzione di altre patologie croniche cardiovascolari e neurodegenerative”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition