I superfood? Li abbiamo in casa. Utilizzare a tavola il peperoncino 4 o più volte la settimana riduce il rischio di ictus del 60%, di infarto del 40% e di morte del 23%. Lo dimostra uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology e coordinato dagli epidemiologi dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università dell’Insubria a Varese e il Cardiocentro Mediterraneo di Napoli.
Il segreto nella capsaicina, la molecola che allunga la vita
A supporto della ricerca ci sono anche numeri importanti. Lo studio ha monitorato le abitudini alimentari di oltre 20 mila molisani con un controllo dello stato di salute durato mediamente otto anni. I risultati vanno nella stessa direzione (e sono ancora più positivi) di altre due ricerche precedenti, pubblicate su Plos On e British Medical Journal secondo le quali la riduzione del tasso di mortalità era rispettivamente del 13% e 14%. Ad accrescere l’interesse, la protezione assicurata dal peperoncino, raccontano i ricercatori, sembra indipendente dal tipo di dieta adottata complessivamente, più o meno sana.
Da tempo il peperoncino è al centro delle ricerche per la capsaicina, la molecola associata alla piccantezza. I ricercatori dello Ieo (Istituto Oncologico Euroepo) l’hanno associata alla capacità di aumentare la longevità, grazie a un effetto su alcuni geni che si attivano quando si digiuna. Un altro vantaggio della piccantezza è l’aiuto al controllo del peso: fa diminuire l’appetito e offre un’alternativa sana all’uso del sale (da dimezzare secondo la raccomandazioni dell’Oms). La presenza di vitamina C nel prodotto fresco aiuta poi ad assorbire il ferro di legumi e vegetali.