L’impennata dei costi energetici e l’inflazione a due cifre non spaventano Planet Farms, tra i primi quattro player d’Europa nel vertical farming, che continua a investire, forte di un modello basato su un’automazione spinta. A Brusaporto, in provincia di Bergamo, ha inaugurato la prima farm dedicata a un ristorante tre stelle Michelin, Da Vittorio. Fornirà insalate, baby leaf, microgreen e aromatiche tailor made alla nota struttura ristorativa guidata dai fratelli Cerea.
La serra idroponica
La struttura, di 150 metri quadrati, costruita all’interno del parco della Cantalupa e rivestita con assi di larice, ospita due camere di crescita, visibili dall’esterno attraverso grandi oblò. Ognuna contiene sei aree disposte su tre livelli e indipendenti l’una dall’altra, per poter ospitare famiglie di colture con esigenze differenti con un risparmio d’acqua superiore al 95%.
I parametri colturali, temperatura, umidità, soluzione nutritiva, intensità e lunghezze d’onda delle luci led, qualità di semi, substrati, sono parte del know how di Planet Farms. E sono controllati da un software proprietario interno e da un sistema di intelligenza artificiale che lavora anche di notte e immagazzina continuamente dati (la vera ricchezza) trasmessi su smartphone. L’investimento, di un milione di euro, si traduce in una produttività di 1,5 tonnellate l’anno.
“In questo momento sono testate una ventina di varietà, microgreen, insalate, aromatiche, fave e rapanelli, ma ne abbiamo messe a disposizione più di 100 agli chef. I nostri prodotti hanno maggiore apporto nutrizionale, anche perché non sono lavati e non perdono i nutrienti” ha raccontato Luca Travaglini, co founder e co-ceo.
“A 100 metri dal ristorante raccogliamo diversi tipi di basilico, al limoncello, rosso, aneto, maggiorana: hanno profumi diversi dai prodotti che conosciamo. Sono alimenti freschi che in un’ora dalla serra arrivano alla tavola” ha rimarcato Roberto Cerea. “La piccola vertical farm tecnologica ci permette di avere prodotti eccezionali, a metro zero” ha sottolineato Enrico Cerea.
Aumentano le referenze con il mix di kale
Per Planet Farms l’allargamento al canale horeca è complementare a quello della distribuzione moderna ritenuta fondamentale per veicolare prodotti con alti volumi (l’impianto di Cavenago produce 1,5 tonnellate al giorno). Alle tante insegne si è aggiunta anche Cortilia.
“Rimaniamo ancorati alla gdo che ci permette di arrivare al consumatore e fare volumi. I nostri costi andranno sempre a scendere: da quando siamo partiti, 5 anni fa, aumentiamo la produttività del 30% l’anno. E il tempo ci permetterà di avere un prodotto mass market accessibile a tutti” ha rimarcato Benatoff, co-ceo e co-founder Planet Farms.
La dimostrazione è stata la presentazione della nuova referenza che da questa settimana sarà a scaffale, il mix di kale, nel nuovo packaging, con disegni diversi, pur con lo stesso materiale in carta e color sgargiante distintivo. Il kale è un superfood, dalle proprietà anticancro, che non a caso viene lanciato nel mese delle prevenzione al tumore al seno, tanto che l’impianto di Cavenago si colorerà di rosa. E che, ha sottolineato Benatoff, è però secondo un sito americano il prodotto commercializzato con più residui.
Dopo il lancio di Pestooh l’intenzione è poi ampliare la gamma dei prodotti trasformati, pesti e salse verdi. Continuerà poi il progetto scuole avviato con Esselunga. “Siamo riusciti a riconfermarlo e dai 25 istituti coinvolti tra marzo e giugno ci vedrà ora attivi su 90” conferma Travaglini.
Nuovi impianti in costruzione
Forte del recente nuovo aumento di capitale, Planet Farms ha un ambizioso piano di crescita degli impianti. Tra qualche settimana partirà la costruzione di un nuovo stabilimento a Crimido, nel Comasco, che sarà pronto nel 2023. Avrà capacità doppia rispetto a Cavenago: più di 3 tonnellate al giorno a foglia verde; un gemello sarà attivato in Uk per servire Londra, stessa dimensione e tecnologia. In programma ne è previsto anche un altro nel Piacentino.
A fine 2023 vedrà poi la luce il nuovo centro di ricerca a Cavenago, di circa 2 mila mq, dopo quello di Cinisello, dove si farà sperimentazione anche su fragole, pomodori, cotone, su cui sono già state già fatto prove. “Sarà il più grande hub di ricerca al mondo di agricoltura indoor” ha affermato Travaglini. “Un impianto ancora più grande lo costruiremo poi in Europa e non è legato alle insalate: sarà un ramo completamente diverso dove porteremo questa tecnologia” ha aggiunto Benatoff. Una svolta anche l’approvvigionamento energetico per i nuovi impianti, completamente green, un mix tra fotovoltaico e geotermico.