Le donne devono essere protagoniste dell’attuale fase di transizione tecnologica. Ė questo il monito che arriva dall’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, organismo di rappresentanza unico in Europa che riunisce oggi 131 socie ordinarie e 5 onorarie, con 10 nuovi ingressi dall’inizio dell’anno. In occasione dell’8 marzo si è riunita in assemblea per l’approvazione del bilancio e ha fatto il punto sulla propria attività, insieme alle socie, e sulle sfide future.
Fondamentale sviluppare nuove varietà
Carola Gullino, presidente delle Donne dell’Ortofrutta, ha sottolineato che a dispetto delle difficoltà si percepisce “un’aria di cambiamento. C’è una presenza femminile più evidente in ortofrutta, stiamo portando un’ondata di freschezza e ottimismo di cui il settore ha molto bisogno. Dobbiamo essere coraggiose e resilienti, trovare nuove varietà e nuove tecnologie che ci permettano di sviluppare un’agricoltura più sostenibile, in senso economico e ambientale. In questo vogliamo far sentire la nostra voce e dare una mano concreta al settore”.
“Il mondo ci dice che ci vogliono diete sane, ma poi si fa fatica a sostenere il consumo di ortofrutta. Credo che l’associazione, con la sua ricchezza di professionalità e di saperi diversi, possa contribuire a promuovere un cambio di paradigma -ha detto Simona Caselli, presidente dell’associazione europea Areflh e socia onoraria delle Donne dell’Ortofrutta -. Bisogna sostenere una produzione responsabile, capire e far capire che del cambiamento climatico, ce ne dobbiamo fare carico tutti. Le Donne dell’Ortofrutta possono avere un ruolo di riferimento sul tema della tecnologia e dell’agricoltura 4.0, farsi portatrici di sapere in fatto di nuove tecniche di coltivazione, risparmio idrico, agricoltura di precisione”.