Planet Farms pronta a produrre per la private label

Nonostante gli otto mesi di fermo a causa dell'incendio nello stabilimento di Cavenago, l'azienda di vertical farming annuncia di aver incrementato i clienti e si appresta a siglare accordi anche in Uk

Il presidente Marco Bordoli e l'ad Mara Valsecchi
Il presidente Marco Bordoli e il ceo Mara Valsecchi

Da poco i suoi prodotti, la linea Frescaah e Pestooh, sono tornati a scaffale, con qualche novità. Ma all’orizzonte si prospetta un nuovo progetto, la private label, che dovrebbe concretizzarsi a breve (si parla a del primo trimestre del 2025).  “Ci sono accordi che partiranno nei prossimi mesi, ma vogliamo essere partner della pl che fa qualità -ha fatto sapere Mara Valsecchi, ad di Planet Farms nel corso di una presentazione alla stampa dei nuovi prodotti-. In otto mesi di fermo siamo incredibilmente riusciti a confermare i clienti del retail e anche di aggiungerne in Italia e all’estero. Annunceremo presto relazioni importanti che andiamo a chiudere sul mercato inglese, dove realizzeremo anche un impianto a partire dal 2025 che dovrà essere pronto per il 2026”.

Tecnologia, chiave per la sicurezza e competitività

Al  momento Planet Farms rimane focalizzata sulle stesse tipologie di prodotto, insalate ed erbe aromatiche. Con l’obiettivo di offrire un prodotto rivoluzionario che mette insieme gusto, salute  e ambiente.

La tecnologia ci aiuta a essere sempre più efficiente e ci ha permesso di tenere lo stesso posizionamento di mercato. Lo scorso anno abbiamo prima cambiato il prezzo e poi tutto il resto. Cambiando il primo, abbiamo avuto un incremento del 50%; modificando tutto il resto del 300%. Grazie al processo produttivo in camere bianche che non necessitano di pesticidi o erbicidi, il nostro prodotto è sicuro e non ha bisogno di essere lavato e non entra mai in contatto con i patogeni e con l’uomo. È un progetto che si fonda sulla passione, va ben oltre noi e guarda alle generazioni future”.

Il miglior impianto di vertical farming: quadruplicata la capacità produttiva

Impianto Cirimido Planet Farms
Stabilimento Cirimido Planet Farms

Intanto per Planet Farms arriva un’altra soddisfazione: è risultata vincitrice del Vertical Farming World Awards per la categoria Best New Vertical Farming Facility

La premiazione è avvenuta a Francoforte, nel contesto del Vertical Farming World Congress, organizzato da Zenith Global. L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, ha premiato 11 categorie, dalle colture alla tecnologia, dalle iniziative commerciali alla sostenibilità.

Planet Farms ha trionfato nella categoria dedicata al miglior stabilimento di vertical farming con il nuovo polo produttivo di Cirimido (Co), che si sviluppa su un’area complessiva di 40mila mq, di cui 11.500 dedicati allo stabilimento, e una superficie netta di coltivazione pari a 20mila mq, tra le più grandi vertical farm a livello globale. La realizzazione del nuovo impianto ha previsto l’implementazione di un’area logistica contigua con la produzione e di un sistema interamente automatizzato.

“Il nuovo impianto non è una fotocopia, ma una nuova tecnologia, abbiamo macchinari che sono frutto di nostri brevetti. L’impianto di Cirimido doveva essere pronto a inizio 2025 ma l’incendio a Cavenago ci ha costretti a dare un’accelerata: siamo più forti e migliori rispetto a prima” ha ricordato il presidente Marco Bordoli.

“In questi otto mesi abbiamo rivoluzionato la tecnologia già utilizzata a Cavenago, migliorando la capacità produttiva che è quadruplicata e l’efficienza -ha aggiunto Valsecchi-. Il nuovo plant ha ancora una maggiore automazione su tutta la catena, fino alla parte logistica, con un magazzino e una zona di picking completamente automatici. Dal seme alla busta mediamente occorrono 20 giorni; dal taglio al confezionamento da 60 secondi siamo passati a una manciata, grazie al confezionamento automatico”. Nel nuovo impianto robotizzato lavorano 3 persone, ma l’azienda ci tiene a sottolineare che tutti i collaboratori occupati a Cavenago hanno avuto il mantenimento del posto di lavoro.

Da baby a teen, inseguendo l’effetto crunchy

L’altra grande novità è sul gusto, con la scelta delle teen leaf al posto delle baby.  “Siamo riusciti anche a migliorare le caratteristiche del prodotto, lavorando sulla performance palatale sia in termini di gusto sia di croccantezza. Da baby leaves a teen la differenza è solo di qualche giorno nella produzione. Cambia però di molto l’aspetto palatale: la teen dà maggiore pienezza, corposità e croccantezza. L’effetto crunchy è oggi un trend importante nell’ortofrutta”.

 

 

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