Un ottimo grado brix, ma una produzione del 40% inferiore a quella del 2022. Continuano le difficoltà della Pera dell’Emilia-Romagna, dai dati per la nuova campagna stimati da UNAPera.
Al via una campagna di sensibilizzazione verso produzione e distribuzione
I fattori a incidere sono al solito il mix di fitopatie (cimici asiatiche, recrudescenza di problematiche fitosanitarie) ed eventi climatici (gelate di inizio aprile, grandinate, alluvioni del mese di maggio). La produzione disponibile sarà comunque in grado di coprire il fabbisogno dei clienti. “Consideriamo di poter coprire gran parte delle nostre esigenze -spiega Adriano Aldrovandi, presidente di UNAPera-. La produzione 2023 dovrebbe presentare un elevato tenore zuccherino, per cui ottime qualità organolettiche, nonostante un aspetto non perfetto dal punto di vista estetico”.
C’è da contrastare da una parte l’abbandono dei campi di molti produttori e dall’altro sostenere un frutto che è il preferito da 30% dei consumatori. Sono otto le varietà della Pera dell’Emilia-Romagna Igp, facilmente riconoscibili dal bollino identificativo, un prodotto premium e dalle distintive caratteristiche nutrizionali e organolettiche, per una coltivazione che, tra attività dirette e indotte, occupa oltre 15 mila addetti.
“Grazie anche al sostegno della Regione Emilia-Romagna, proseguiremo con il progetto di rilancio avviato a fine 2022, affiancando una campagna di sensibilizzazione sia verso gli stakeholder sia verso il consumatore finale per questa difficile situazione, coinvolgendo in modo attivo sia il mondo produttivo che quello distributivo” annuncia Mauro Grossi, presidente del Consorzio di tutela della Pera dell’Emilia-Romagna Igp.