Dai 10 mila quintali prodotti nel 2008 si è saliti ai 380 mila del 2022 e dai circa 80-100 ettari a 1.000, mentre le aziende aderenti al Consorzio sono triplicate e oggi rappresentano la quasi totalità dei produttori presenti nell’areale. I numeri certificano il successo della Cipolla Rossa di Tropea Igp Calabria, un’ascesa cui ha concorso la distribuzione moderna, che la propone nei suoi negozi. Ma ci sono spazi per valorizzarla al meglio. Di questo se ne è parlato a Macfrut 2023 (Valorizzazione di Dop & Igp in gdo. Quando la cipolla fa sorridere… i consumi: il caso del Consorzio di tutela della Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp), in un incontro che ha coinvolto tre importanti retailer come Coop, Conad e Gruppo Arena promosso in collaborazione con Fresh Point, Mark Up e Gdo Week.
Costanza qualitativa, comunicazione e formazione agli stakeholder, l’importanza della condivisione
“È molto importante che ci sia una azione condotta soprattutto sul fresco da parte dei produttori con la grande distribuzione -ha detto Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e forestali della Regione Calabria-, perché la grande distribuzione consente naturalmente ai nostri produttori di crescere dal punto di vista imprenditoriale. Credo che un sistema di regole sia importante, sia dal punto di vista della capacità di presentare il prodotto, sia come capacità di avere rapporti etici con i propri dipendenti. Questo naturalmente crea un percorso di crescita condiviso, fermo restando che bisogna perseguire anche altre strade che possono essere più remunerative per i nostri produttori”.
“La Cipolla di Tropea è conosciuta in tutte le 110 province che noi presidiamo con i nostri punti di vendita -ha raccontato Gianmarco Guernelli, responsabile nazionale ortofrutta Conad-. L’aspetto aggregativo, il rispetto delle regole sicuramente è un tema valoriale di grandissima strategicità, perché comunica anche i veri valori dell’italianità, elemento dove siamo deboli a livello di sistema Paese”.
“I due temi sono la qualità del prodotto, che deve legare una costanza qualitativa a un territorio straordinario come la Calabria -ha rimarcato Claudio Mazzini, responsabile freschissimi Coop Italia-, e fare aggregazione, perché questo consente di investire in comunicazione, promozione e in tutte quelle strutture per lavorare davvero la qualità del prodotto. Fin quando non si fa questo salto rimane un’incompiuta, per quanto il prodotto cipolla di Tropea, patata della Sila o clementino di Corigliano comincino a entrare, grazie a ciascuno di noi che gli ha messo sopra un cappello a protezione”.
“La nostra idea di valorizzazione -ha spiegato Gianni Dalù, direttore vendite Gruppo Arena– è sempre la capacità di comunicare le qualità del prodotto. C’è la volontà di spacchettare tutti gli attributi di qualità che il consumatore ricerca, sapendoli comunicare e informando il cliente in modo che ne apprezzi gli optional, perché il cliente riesce ad alzare il prezzo psicologico solo se conosce realmente le qualità di un prodotto e quindi il valore”.
“La cipolla rossa di Tropea Calabria Igp è un prodotto della tradizione, che ha più di mille anni di storia -ha sottolineato Natale Santacroce di Op Agrinsieme-. Siamo in un momento però di cambiamento e dobbiamo dire grazie alla grande distribuzione per averci dato la possibilità di introdurre un’Igp all’interno dei loro punti di vendita. È il metodo di diffusione più immediato e più veloce che ci ha permesso di raggiungere il consumatore finale. Grazie all’attività di promozione abbiamo spinto sul consumatore finale ma la grande distribuzione ci ha dato la possibilità di poterli raggiungere commercialmente.
“L’assessore Gallo ha elencato i quattro valori per lui fondamentali per la valorizzazione della Cipolla rossa di Tropea nella grande distribuzione – ha affermato Antonio Galatà, biologo nutrizionista-. Il primo è la formazione, noi come Associazione italiana nutrizionisti in cucina abbiamo da tempo sviluppato un progetto che si chiama Nutrizionisti tra carrelli, raccontato anche da Mark Up. È un percorso di formazione rivolto ai buyer, agli addetti alle vendite, a tutti gli stakeholder di quel processo fondamentale che serve per far comprendere al consumatore finale il reale valore di quello che mette nel carrello. Aggiungerei anche i consigli d’uso, cioè cosa può fare il nutrizionista dentro il punto vendita. Può dare consigli su come utilizzare quel prodotto e far proseguire quell’esperienza d’acquisto anche a casa”.