Salvatore Lotta è direttore commerciale della Op agricola Campidanese, nota per il marchio L’Orto di Eleonora, con il quale porta le eccellenze ortofrutticole della Sardegna, ma non solo, nei negozi della gdo italiana ed europea. Con lui facciamo il punto sull’emergenza Coronavirus.
Come vi siete organizzati per l’emergenza Coronavirus?
“Cercando di rispettare le indicazioni del ministero della Salute. Dotando le persone di mascherine e attrezzature per la protezione. E cercando di utilizzare il minor tempo possibile per fare determinate produzioni. Questo è quanto mi riferiscono le aziende associate”.
In questo momento quale produzione è in atto?
“C’è la raccolta delle fragole, delle carote che però è meccanizzata, dunque lì problemi non ce ne sono e gli operatori sono tutti in postazioni singole. Poi il carciofo e altre verdure. Carote, patate e cipolle aumentano a dismisura: calano invece i consumi di fragole, asparagi.
Continua ad arrivare molta fragola spagnola con prezzi diversi. Idem per gli asparagi. Sta andando molto la roba congelata e in scatola meno deperibile”.
Coldiretti ha allertato sul rischio di mancanza di manodopera straniera.
“Noi in Sardegna siamo diversi: la disoccupazione è molto alta e abbiamo il 95% di manodopera sarda”.
Produzione, distribuzione sono garantiti?
“Non su tutto: sul carciofo non c’è più richiesta da parte della distribuzione, è solo una questione di domanda. Per il resto non abbiamo problemi di trasporto e distribuzione. Per fortuna stiamo lavorando: certo i volumi non sono più quelli dell’inizio dell’emergenza. Adesso poi c’è anche freddo e brutto tempo”.
Quando comincia la produzione del melone?
“Iniziamo tra un mese, abbiamo paura che possa soffrire, come per le fragole. L’estero ci sta cannibalizzando il mercato. Arriverà sicuramente parecchia roba dal Senegal, Spagna. Poi ci saranno le angurie. La stagione estiva è per noi fondamentale”.
Che numeri ci saranno per quest’anno?
“Con il turismo ridotto a zero, noi abbiamo ridotto il 20-25% delle produzioni orticole. A chi vendiamo la merce se la gente non si muove?”.
L’export?
“Bisogna fare sistema sul fresco. All’estero stanno bloccando i nostri arrivi. Ho letto di carichi di 8 milioni di mele di euro bloccati da un Paese asiatico. Nessuno ci dice con chiarezza come stanno le cose. Oggi ci sono problemi in tutta Europa, il Brennero. Dobbiamo mangiare mele e non mango per sostenere l’economia. Lo scorso anno abbiamo esportato il 20%, quest’anno regna l’incertezza e non sappiamo.
Temiamo che il sistema non tenga. Oggi la gente non lavora. La Germania ha investito 500 miliardi per la ripartenza, noi 25 miliardi. Il sistema necessita di una maggiore iniezione di liquidità”.