Con 1100 ettari coltivati a Cucurbitacee, Bruno Francescon è socio principale dell’OP Francescon, che raggruppa una serie di produttori specializzati nella coltivazione del melone mantovano, concentrati soprattutto nelle province di Mantova, Verona e Piacenza, oltre che in Sicilia. L’OP è inoltre, con Peviani S.p.A. e O.P. La Mongolfiera, tra i partner esclusivi della filiera che produce Perla Nera, l’innovativa anguria della varietà Fashion sviluppata da Nunhems Italy, marchio con cui Basf opera nel settore delle sementi orticole. “Quest’anno abbiamo 650 ettari di Perla Nera, un aumento delle superfici di oltre il 20%”.
Che numeri ha l’Op Francescon?
L’Organizzazione dei produttori, che ha sede a Mantova, riunisce una trentina di aziende associate, la maggior parte specializzate nel melone e anguria. In Italia la produzione è su 1100 ettari e 150 sono coltivati in Senegal.
Come si prospetta la campagna per il melone?
A Mantova la raccolta comincerà tra qualche giorno, in Sicilia siamo quasi alla fine. L’incognita sono i consumi. I prezzi sono sempre troppo bassi e dunque c’è un ridimensionamento delle superfici, soprattutto per il retato. Noi come azienda siamo stabili come produzione di melone retato. E siamo in forte aumento come melone liscio: grazie a nuove varietà che abbiamo in esclusiva, garantiamo degli standard qualitativi molto elevati durante tutta l’estate”.
Non è nei programmi una produzione biologica?
Non penso lontanamente di produrre il melone bio, è impossibile farlo a Mantova su larga scala per le condizioni climatiche e mancanza di varietà adatte. Lo scorso anno abbiamo avuto problemi a tenere le piante in salute a causa della Pseudoperonospora. Non escludo di farlo nei prossimi anni quando ci saranno le condizioni.
Lamentate problemi di manodopera?
Nessun problema in Sicilia, per Mantova li abbiamo risolti.
