È partita in dicembre anche nella Gdo italiana l’avventura di Bimi, un ortaggio nato dall’incrocio tra un broccolo e un cavolo, che è stato messo in vendita nel reparto ortofrutta da Simply Etruria in Toscana, alto Lazio e Liguria. Si presenta come un broccolo di forma allungata, il gambo tenero, i fiori più radi e un gusto molto vicino a quello dell’asparago.
Bimi in giapponese significa delizioso, è stato studiato e sviluppato da Sakata, un’azienda giapponese specializzata in breeding, che ha saputo unire le proprietà dei broccoli a quello del cavolo cinese.
Estremamente versatile in cucina, è privo di scarto e abbina un gusto delizioso ad eccellenti proprietà nutrizionali. È infatti un vegetale dalle proprietà nutritive molto interessanti: ricco di proteine, minerali e vitamine e composti bioattivi come fenolici, carotenoide e glucosinolati.
Bimi è coltivato anche in Italia
La produzione di Bimi è partita in Gran Bretagna, Spagna e Kenia ma oggi è anche coltivato nel cuore della Maremma toscana, dall’azienda agricola ImAgri di Alberese, in provincia di Grosseto.
Essendo una brassicacea, Bimi segue la stagionalità di queste ultime, il raccolto avviene a “ciclo continuo” nei periodi: da fine ottobre a marzo e da fine aprile a inizio giugno, per un totale di circa 7 mesi di commercializzazione all’anno.
Ogni due-tre giorni viene raccolto qualche fiore dalla pianta, subito posto sotto ghiaccio, per poi essere messo in cella frigo a circa 0-3 gradi per 24-30 ore, temperatura che deve essere garantita lungo tutta la supply chain fino al punto di vendita. La conservazione per il consumatore è in frigo a 4 gradi.
Oltre a trovarsi nella grande distribuzione in confezioni da 250 grammi e un prezzo al pubblico tra i 12 e i 18 euro al kg, Bimi è anche stato introdotto nel canale HoReCa, attraverso il circuito Sapori di Toscana.