“La gente come noi non molla mai” cantano in coro per esorcizzare la paura i lavoratori del Gruppo Rago di Battipaglia, tra le maggiori aziende produttrici di baby leaf in Europa. Ma il Coronavirus fa danni alla quarta gamma che sconta la minore shelf-life. “Un calo fino al 50% che arriva al 60% per l’export” sottolinea Rosario Rago, direttore commerciale nonché vicepresidente di Confagricoltura Salerno. “È un momento difficile: serve un’iniezione di liquidità per risollevare le imprese dai mancati fatturati” il suo appello al ministero.
In emergenza Coronavirus, i consumatori privilegiano prodotti più durevoli, come le mele confezionate, surgelati e alimenti che rafforzano il sistema immunitario, come le arance: che dati avete di vendita per la quarta gamma?
![Insalate Rago](https://www.freshpointmagazine.it/wp-content/uploads/sites/37/2020/04/rago_2-300x212.jpeg)
“Registriamo un calo dal 20 al 50% a seconda del cliente. Un po’ meno lo spinacino per l’export ma per l’Italia la flessione è orizzontale su tutti i prodotti. Comprese le baby leaf, sia in prima che in quarta gamma, che hanno ancora un calo maggiore non avendo lunga shelf-life”.
Da quanto va avanti questa situazione?
“È ormai un mese che stiamo rallentando: stiamo però mantenendo tutta la manodopera, in caso ci possano essere dei picchi per potere evadere la domanda. È un momento difficile: si vende poco e abbiamo costi maggiori”.
Avete anche problemi di reperimento di manodopera?
“Sì, ma più legati alla paura. Abbiamo un 50% di stagionali per la parte agroalimentare e per la parte agricola solo stagionali. Dovrebbe essere un momento di alto consumo ma quest’anno siamo a meno 50%. Abbiamo buona parte della produzione che non viene raccolta ma buttata”.
Non ci sono invece problemi di distribuzione o logistici?
“No, quelli al momento no”.
Sulla sicurezza avete adottato diverse misure.
![Il direttore commerciale Rosario Rago, che è anche vicepresidente di Confagricoltura Salerno](https://www.freshpointmagazine.it/wp-content/uploads/sites/37/2020/04/rosario_rago-2-211x300.jpg)
“Sì diverse misure di prevenzione. Distributori di disinfettanti, divisori sulle linee, mascherine, guanti, cuffie, strumentazioni per rilevare la temperatura corporea. Abbiamo il problema che si vende poco ma i costi schizzano. Abbiamo messo Amuchina ovunque, battericidi, ogni giorno si sterilizza tutto, uffici, parte intorno al capannone. Un pacchetto di mascherine da 50 le pagavamo 2,15 euro: oggi si paga 10 euro. E ogni giorno la mascherina va cambiata. Si sono triplicati i costi dei guanti, raddoppiati quelli della carta”.
Avete intenzione di diminuire gli investimenti?
“No, avevamo in programma un ampliamento dello stabilimento di Battipaglia ma lo abbiamo fermato. Dobbiamo guardare avanti e capire cosa si farà”.
Qual è la situazione dell’export?
“Per noi incide per il 40%, ma abbiamo una perdita del 60%. Esportiamo in 27 Paesi. Emirati Arabi sono fermi da un mese, non c’è linea aerea che consegna i cargo. Ferma la Bielorussia e la Croazia; ritirano poco la Germania, Inghilterra e Lituania. I prodotti con shelf-life più bassa vengono tagliati dalla vendita”.
Che appello lanciare?
“Le aziende avranno contraccolpi importanti, speriamo finisca presto. Ci aspettiamo un’immissione di liquidità che è l’unica cosa che può risollevare le imprese per i mancati fatturati”.