T18, arriva a scaffale lo zenzero made in Sicilia

Conad e Carrefour i primi retailer a distribuirlo. Prodotti 220 quintali: la disponibilità stimata è fino a marzo

Lo zenzero made in Italy di T18, prodotto nel Ragusano, in Sicilia
Lo zenzero made in Italy di T18, prodotto nel Ragusano

Arriva a scaffale lo zenzero italiano. A partire da questa settimana T18 annuncia che i primi quantitativi di prodotto made in Sicilia si potranno trovare presso Conad, soprattutto Nord Italia, e in alcuni punti di vendita Carrefour.

Parte finirà sfuso in Francia, distribuito da Grand Frais

Edoardo Ramondo, presidente di T18, azienda facente capo alla famiglia Ramondo
Edoardo Ramondo, presidente di T18

Il prodotto da serra, dotata di pannelli fotovoltaici, arriva da una sola azienda del Ragusano. La produzione, su 11 ettari di superficie, è di circa 220 quintali per una disponibilità stimata fino a marzo.

“Sarà inizialmente distribuito da Conad, soprattutto Nord Italia, e Carrefour in alcuni punti di vendita ‘gourmet’ – racconta il presidente Edoardo Ramondo –. Sono i primi che ci hanno dato fiducia, ma stiamo trattando con altri retailer italiani che sono interessati: ben vengano altre richieste. Parte, sfuso, finirà invece in Francia, distribuito da Grand Frais”.

Un prodotto di qualità superiore e senza residui

Il colore giallo uovo dello zenzero made in Sicilia di T18
Il colore giallo uovo dello zenzero italiano di T18

Top secret al momento sugli altri nomi di catene interessate. Lo zenzero continua a macinare consensi come superfood. E c’è molta curiosità su come verrà accolto il prodotto italiano. “Costerà naturalmente un po’ di più di quello sul mercato: circa un 30-40% più di quello sudamericano. Quello cinese ormai da molti viene abbandonato a causa della possibile presenza di residui. Il nostro sconta ancora una produttività minore ma ha una qualità nettamente più elevata: ha un colore che sembra giallo uovo.

Il terreno dove viene coltivato non è mai stato utilizzato: è come se fosse bio, lo zenzero non necessita di grandi trattamenti. Possiamo facilmente produrlo biologico – fa sapere – ma abbiamo progetti più interessanti. Stiamo aderendo a un consorzio dell’agricoltura simbiotica, che cura la varietà microbiologica del terreno. Stiamo facendo dei test sui peperoni di Carmagnola e altre varietà. Il packaging è in materiale R-Pet: stiamo cercando di capire se c’è altro. Il compostabile è ancora di difficile utilizzo”.

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