Sant’Orsola lancia in gdo i primi mirtilli a residuo zero 

Certificati da Csqa, provengono dai campi siciliani e calabresi dei soci della cooperativa. Sono proposti anche in un packaging completamente plastic free

Mirtillo residuo zero Sant'Orsola nel packaging plastic free
Mirtillo residuo zero Sant'Orsola nel pack plastic free

La società cooperativa agricola trentina Sant’Orsola alza l’asticella qualitativa e lancia i primi mirtilli a residuo zero certificati da Csqa, già disponibili nella grande distribuzione.

Salubre e sostenibile: Sant’Orsola rafforza il prodotto italiano nella competizione internazionale

Matteo Bortolini, dg Sant'Orsola
Matteo Bortolini, direttore generale Sant’Orsola

Autentica novità per l’Italia, provengono esclusivamente dai campi siciliani e calabresi dei soci della cooperativa che coltivano su più di 50 ettari mirtilli giganti americani di varietà diverse, principalmente la Ventura. Secondo i tecnici, in Sicilia e in Calabria si sono verificate le condizioni migliori per alcune varietà di mirtillo, più di Spagna e altre aree del Mediterraneo. Sono proposti nella nuovissima confezione in cartone da 125 grammi, completamente plastic free, bicchierino da 100 grammi o cestino da 125 grammi.

“La novità consente al nostro brand di ampliare la gamma di prodotti entrando in un nuovo segmento di mercato -sottolinea Matteo Bortolini, direttore generale della Sant’Orsola-. Il progetto ambizioso del mirtillo residuo zero vuole esaudire il crescente desiderio dei consumatori di acquistare frutta sempre più salutare e risponde alla volontà della nostra Cooperativa di garantire la completa sostenibilità della filiera produttiva. Produciamo da oltre 40 anni fragole e piccoli frutti e ottime ciliegie di collina. Con il mirtillo residuo zero ribadiamo e rinforziamo il nostro impegno nella sostenibilità: il nostro obiettivo è quello di legare sempre più strettamente la sostenibilità economica e sociale della Cooperativa agricola a quella ambientale”.

Il consumo di mirtillo è fortemente consigliato per l’alta presenza di polifenoli, con effetto antiossidante e aininfiammatorio. In particolare rappresenta una delle principali sorgenti di antociani:  ogni 100 gr ne contiene ben 390 mg.  È poi fonte di vitamina C ed è ricco di preziosi sali minerali: calcio (circa 120 mg), potassio (circa 550 mg), fosforo (circa 115) e magnesio (circa 56 mg).

La ricerca di varietà più resilienti a patogeni e sostenibili

Mirtillo gigante americano Sant'Orsola
Mirtillo gigante americano

Da sei anni la cooperativa Sant’Orsola sta conducendo studi d’avanguardia tesi a minimizzare o a cancellare i residui nella frutta riducendo al massimo o azzerando il contenuto dei trattamenti. Il mirtillo residuo zero è figlio, in particolare, della continua attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo per l’innovazione praticati da 18 periti ed agronomi dello staff tecnico di Sant’Orsola presso il Campo sperimentale situato sull’Altopiano della Vigolana, in Trentino, a 700 metri di quota. Responsabile è l’agronomo  Gianluca Savini, tra i massimi esperti nel mondo dei piccoli frutti.

Avviato nel 2002, il Campo sperimentale è la sede di incessanti attività di selezione e di miglioramento genetico di fragole e di piccoli frutti coltivati dai soci. L’attività punta alla ricerca di nuove varietà più tolleranti alle malattie, così da permettere la riduzione o  l’azzeramento dell’uso di fitofarmaci, e al miglioramento delle tecniche di coltivazione per un minor consumo d’acqua.

 

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