Arrivano a scaffale i primi prodotti da filiera etica e contro il caporalato a marchio Iamme. Sono disponibili in oltre 500 punti di vendita del Gruppo Megamark, a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365, presenti in Puglia, Campania, Molise, Basilicata e Calabria.
Il sistema di tracciabilità della filiera porta sul mercato prodotti che rispettano i diritti dei lavoratori
Le referenze, tutte bio, comprendono passata di pomodoro, pelati, salsa di datterino, salsa di ciliegino e, in edizione limitata, salsa di datterino giallo. Sono il frutto dell’intesa del Gruppo Megamark con l’associazione internazionale anticaporalato No Cap, creata nel 2011 da Yvan Sagnet dopo la prima protesta di braccianti a Nardò per le condizioni di lavoro, e Rete Perlaterra, associazione tra imprese che promuovono pratiche agroecologiche di lavoro della terra con alla base alti contenuti etici e sociali.
Il protocollo prevede che il Gruppo Megamark si impegni ad acquistare prodotti etici garantiti dal bollino No Cap, rilasciato alle imprese agricole e di trasformazione dagli ispettori dell’Associazione e, successivamente, dall’ente di certificazione DQA accreditato presso il Mipaaf e Accredia. Il progetto si sta svolgendo in diverse aree del Mezzogiorno, tra le quali la Capitanata, in Puglia, e il Ragusano, in Sicilia.
“Vedere i primi prodotti biologici a marchio Iamme sugli scaffali – spiega Francesco Pomarico, direttore operativo del Gruppo Megamark – è il coronamento di un sogno lungo un anno, il tempo trascorso da quando abbiamo incontrato Yvan Sagnet, condiviso i risvolti etici di questo progetto e avviata l’organizzazione della macchina produttiva e distributiva passando per la selezione delle aziende agricole e di trasformazione più virtuose”. “Saranno i clienti dei supermercati, liberi di scegliere prodotti etici, a decretare il successo di questa iniziativa, facendoci capire che anche loro desiderano cambiare le cose e contrastare la piaga del caporalato” rimarca Giovanni Pomarico, a capo del Gruppo Megamark. “Abbiamo lavorato su un sistema di tracciabilità della filiera – dichiara Yvan Sagnet – per portare sul mercato prodotti che rispettano, oltre che la qualità, anche i diritti dei lavoratori”.