Per il nocciolo ci sono margini di sviluppo, ma bisogna mantenere elevata la qualità. È questa la conclusione a cui sono giunti lo scorso 14 giugno i relatori del convegno “Nocciolo, coltura per l’ambiente. Analisi opportunità e criticità” organizzato a Cherasco dalla Confagricoltura di Cuneo, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor, nell’ambito del Psr 2007/2013 – Misura 111.1 B Informazione nel settore agricolo. Sono state analizzate nel dettaglio le potenzialità del comparto corilicolo dal punto di vista economico e ambientale: segnali positivi sono giunti da tutti gli interventi moderati da Ercole Zuccaro.
Ha aperto i lavori il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino: «Il nocciolo non è più una coltura marginale, ma una valida e sostenibile alternativa dal punto di vista economico e ambientale». In rappresentanza dei produttori ha preso per primo la parola Pier Paolo Bertone (Ascopiemonte): «Ci sono margini di crescita per il nocciolo in Piemonte: è una pianta rustica, che non richiede molta manodopera. Il settore inoltre è trainato dai consumi». Gli ha fatto eco Lodovico Cogno (Piemonte Asprocor) che ha proposto: «Occorre tutelare la qualità, preferendo la Tonda Gentile trilobata senza lasciarsi attrarre da altre ‘cultivar’».
Il presidente della Federazione nazionale Frutta in Guscio di Confagricoltura, Giuseppe Russo, nel suo intervento ha invece sottolineato: «La crescente richiesta di nocciole a livello mondiale rappresenta per i nostri produttori un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere. L’incremento delle superfici coltivate a nocciolo, determinerebbe un rafforzamento dell’intera filiera con evidenti ricadute positive sia in termini occupazionali che di salvaguardia dei territori a maggior rischio di spopolamento». Il presidente di Unaproa, Ambrogio De Ponti, ha poi proseguito nell’analisi precisando che: «In questo settore c’è spazio per tutti, ma bisogna crescere con ordine; per questo alla politica chiediamo un coordinamento tra i Psr regionali».
A Maria Corte (Creso) è toccato, invece, fare una panoramica tecnica sulla sostenibilità del nocciolo (“Basso impiego di trattamenti e risorse idriche, oltre a tutela del terreno contro frane e smottamenti”), mentre Enrico Allasia, presidente della sezione Risorse boschive di Confagricoltura Cuneo ha spiegato l’importanza della valorizzazione energetica degli scarti da potatura: «Il bacino di utenza della nocciola produce 15-20mila quintali di scarti di potatura all’anno che gli agricoltori devono smaltire sottostando a vincoli normativi. Sarebbe importante lavorare tutti insieme per creare una filiera legno-energia».
Molto apprezzati gli interventi di Stefano Gagliasso ed Ettore Fontana (Ferrero Trading Lux) che hanno sottolineato come negli ultimi 5 anni la produzione mondiale di nocciole si sia stabilizzata, a fronte di una crescita della domanda. Le industrie di lavorazione assorbono il 50% del prodotto, ma hanno bisogno di crescita in quantità, con parametri di difettosità bassi e costanti nel tempo.
A concludere i lavori è stato il viceministro all’Agricoltura, Andrea Olivero: «Il settore corilicolo italiano, che già possiede qualità eccellenti, deve continuare a crescere in modo armonico anche in quantità, con una visione strategica dei mercati internazionali. Stiamo lavorando alla definizione di progetti che sostengano colture che, come il nocciolo, producono reddito in aree marginali e sostenibilità». Dal direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, è arrivato il ringraziamento a tutti gli intervenuti e l’annuncio che l’appuntamento con gli “stati generali” della corilicoltura piemontese è aggiornato al prossimo anno.