I problemi climatici hanno causato una perdita di produzione superiore al 30%, ma la qualità è straordinaria. L’annata del bio è stata raccontata in un incontro a Bologna, organizzato da Made in Nature. Il progetto, coordinato da CSO Italy, è finanziato dall’Unione Europea e dai principali produttori di biologico in Italia come Brio, Canova, Conserve Italia, Lagnasco RK Growers, VeryBio.
Il bio punta sempre più la Gdo: ma per conquistare Francia e Germania servono identità e qualità
I problemi produttivi, è stato raccontato, hanno riguardato anche le produzioni autunnali biologiche, come pere, mele e uva, pur rimanendo la qualità dell’offerta italiana eccellente. Si è fatto poi il punto sulle strategie. Negli ultimi anni il biologico si sta sempre più concentrando sulla Gdo, fenomeno in atto anche in altri Paesi europei come Germania e Francia, i due paesi target del progetto Made in Nature con l’Italia.
Il 32% dei francesi dichiara di acquistare regolarmente biologico e il 52% saltuariamente. In Germania, negli ultimi dieci anni, dal 2008 al 2018, il mercato del bio è passato da 5,8 miliardi di euro ai 10,9 miliardi. Per penetrare mercati sempre più affollati si deve riuscire a creare diversità legata al made in Italy. L’offerta nazionale deve essere identificabile e di qualità percepita elevata. Il nostro Paese è stato del resto anticipatore di questo trend produttivo: fino a pochi anni fa era il primo produttore di biologico al mondo. E detiene la cultura di prodotto più profonda d’Europa.