Macfrut 2022, report della prima giornata

Macfrut 2022 novita apofruit

Al taglio del nastro della 39 esima edizione di Macfrut a Rimini si registra un rinnovato ottimismo tra operatori e pubblico. All’inaugurazione erano presenti, oltre al presidente di Macfrut Renzo Piraccini, il vicedirettore della Fao Maurizio Martina, l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi e il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

Con 830 espositori, di cui il 28% esteri, e oltre 500 buyer, la fiera che riunisce la filiera dell’ortofrutta, si apre con i numeri del post pandemia ma anche con quelli del rincaro del dal conflitto in Ucraina.

L’ottimismo, sottolinea il presidente di Macfrut, deriva innanzitutto dai numeri di un comparto, quello ortofrutticolo, che oggi vale 15 miliardi di euro, un terzo dei quali dedicato all’export, che a dispetto del perdurare della pandemia ha raggiunto lo scorso anno la cifra record di 5,5 miliardi di euro (+6%) e un saldo della bilancia commerciale di oltre 1 miliardo di euro. Interessanti le novità presentate dai player dell’ortofrutta, sia in termini di prodotto che di innovazione.

Le novità del primo giorno agli stand

Valfrutta ha portato a Macfrut Fioretto, il cavolfiore che non emana odori alla cottura, mentre Apofruit e Coop Sole, realtà di riferimento nella produzione e commercializzazione della fragola 100% italiana, hanno presentato un progetto che punta a sviluppare la produzione italiana tramite tre asset fondamentali: gusto, ricerca varietale e calendario produttivo.

I tre big dell’ortofrutta, Melinda, Vip e Vog hanno messo in evidenza la prima produzione italiana di SweeTango, la mela club commercializzata in esclusiva dai tre consorzi che si distingue dalle altre varietà per la precocità di raccolta e per un’esperienza gustativa croccante. “Siamo in un momento storico per la melicoltura”, hanno sottolineato i tre partner commerciali, che hanno deciso di unire le forze per garantire a questa mela un posizionamento premium sul mercato.

Focus su agricoltura 4.0

Agricoltura digitale di precisione, biotecnologie e biomateriali, stazioni agrometeorologiche con sensori per l’umidità del suolo, soluzioni di robotica applicate in campo. Sono diverse le proposte viste in fiera nell’area espositiva, a fianco del campo prova, formulate da una decina di start up in un progetto promosso da Unibo, Tecnopolo Forlì-Cesena e Ri.Nova, in collaborazione con il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia..

Tra le più interessanti si segnalano i servizi di telerilevamento da drone con sensori multispettrali e termici per ottimizzare l’utilizzo di agrofarmaci, acqua e concimi in campo di Agrobit. Sempre nel settore dell’agricoltura di precisione anche iFarming che mette in campo un sistema di sensori che rilevano dati a cui il produttore ha accesso via web e app per monitorare la bagnatura fogliare dentro la chioma e l’umidità del terreno.

Nell’ambito dei biomateriali Mama Science ha sviluppato una tecnologia (Bio-HBD) che consente di ottenere materiali bio-based quali rivestimenti per packaging in grado di aumentare la shelf-life dei prodotti, ridurre sprechi e l’utilizzo di plastiche.

Interessanti anche le soluzioni nei trattamenti senza residui chimici del prodotto fresco nell’industria alimentare di Biofresh Group, l’azienda Newcaste presente anche in Italia. Dai sistemi ad Etilene per inibire la germogliazione di patate e cipolle, fino allo sviluppo dei sistemi ad Ozono per la minimizzazione degli scarti di frutta e verdura nelle celle di stoccaggio.

Spazio agli Africa Days

Occhi puntati sul grande continente africano, presente in fiera con oltre 200 espositori, una rappresentanza di tre Ministri (Etiopia, Niger, Uganda) e 15 paesi ospiti.

In fase di apertura Renzo Piraccini, Presidente di Macfrut, parla dell’Africa come il “Continente delle opportunità per l’Italia”, paese che in tale contesto, può giocare un grande ruolo importante nel processo di crescita del settore ortofrutticolo africano, secondo Piraccini.

Ricco il programma degli Africa Days dove, da mercoledì a venerdì, si parlerà anche delle nuove opportunità di business nel settore ortofrutticolo in paesi come la Somalia e il Senegal. Secondo Antonio Montanari, vicepresidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo ospite all’open day, nel 2030 il valore del settore agricolo africano potrebbe arrivare a un trilione di dollari.

L’agribusiness in Africa ha registrato, dal 2015 al 2019, un balzo vertiginoso. “Il 65% delle terre arabili, dichiara sempre Montanari, non è ancora coltivato e le innovazioni digitali stanno guidando lo sviluppo. “Per questo vogliamo supportare le imprese italiane in un processo di internazionalizzazione ricco di opportunità”.

Il primo salone in Europa dedicato a spezie, erbe officinali e aromatiche

Macfrut presenta il primo salone in Europa dedicato a spezie, erbe officinali e aromatiche, un settore che in Italia evidenzia trend di crescita a doppia cifra, anche nel periodo post pandemico 2019/2021 (+13,4%) e ha portare la categoria spezie ed erbe aromatiche tra le prime 40 del Food confezionato nella Grande distribuzione italiana (fonte Nielsen).

Oltre una cinquantina gli espositori in rappresentanza dell’intera filiera: dal prodotto in campo a quello essiccato e trasformato.

Nella giornata di mercoledì si è tenuta anche la decima edizione del Forum biennale della Fippo (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali) dove esperti mondiali del settore hanno parlato di mercato, biodiversità vegetale, ricerca applicata al settore delle officinali, produzione di oli essenziali, modelli di impresa su larga scala.

Studio Coldiretti: bene l’export ma rimane la preoccupazione

Coldiretti presenta un’analisi sui consumi di frutta e verdura dalla quale emerge che nell’ultimo quadriennio gli stessi hanno raggiunto il massimo con un aumento progressivo annuale medio di 3 chili di frutta e verdura a persona. Bene anche l’export che con quasi 5,6 miliardi di euro (+8%) registra un record storico con le esportazioni che hanno raggiunto nel 2021 il massimo di sempre raddoppiando i valori registrati al debutto del secolo. Il risultato però è messo a rischio dalle difficoltà storiche del momento come l’aumento dei costi di trasporto che pesa su un settore dove il conto della logistica arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi.

I prodotti ortofrutticoli Made in Italy che in valore crescono di più all’estero – spiega Coldiretti – sono le albicocche (+75%), le mele (+5%), i kiwi (+2%), i pomodori (+10,5%), le lattughe (+4%), i cavoli (+10%), stabile l’uva (+0,4%) mentre calano gli agrumi (-9%) e le patate (-15,6%).

 

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