L’Unione Europea estenderà le sanzioni alla Russia fino al prossimo 31 gennaio 2016. La notizia di oggi è stata accolta dagli operatori del settore ortofrutticolo come una doccia fredda dal momento che si attendono adesso le ritorsioni del presidente Putin con la proroga dell’embargo totale di cui, invece, gli esportatori, auspicavano la revoca.
Il ping-pong. «Non è una buona notizia per l’agricoltura europea – commenta a caldo Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo – anche perché questo ping-pong di sanzioni tra Russia e Europa fa più danni agli europei di quanto non faccia ai russi. La misura di oggi peraltro non è una sorpresa ma una naturale conseguenza dell’esito del G7 dove i nostri presidenti hanno richiesto delle garanzie, che fino ad ora non sono arrivate, sul rispetto degli accordi di Minsk 2. Dubito però che questo tipo di reazione europea possa risolvere il problema dell’Ucraina, dal momento che non si trova un solo esempio nella storia in cui le sanzioni siano state risolutive come invece potrebbe esserlo la diplomazia».
La Russia rappresenta un mercato molto importante per le produzioni ortofrutticole italiane anche alla luce della sua relativa vicinanza, soprattutto per i prodotti deperibili come ad esempio le drupacee (pesche, nettarine, susine, ecc.) la cui campagna è iniziata da pochi giorni.
«Questa misura che accogliamo con una forte preoccupazione – Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri- Confcooperative nonché presidente di Apo Conerpo, l’organizzazione di produttori che raccoglie 44 cooperative e che rappresenta uno dei colossi italiani della produzione di drupacee – è del tutto inattesa. Neanche due giorni fa l’Europa aveva dato il suo niet alla richiesta di misure di sostegno per la campagna estiva avanzata dal gruppo misto Italia-Francia-Spagna e noi operatori, avevamo interpretato questo rifiuto come un segno distensivo nella direzione, quindi, di una possibile revoca dell’embargo. Nulla di più diverso dalla realtà. Sulla campagna passata siamo riusciti in qualche modo a tamponare e vendere comunque i nostri prodotti anche grazie alle misure ma la proroga dell’embargo desta non poche preoccupazioni per quello che potrà succedere».
Secondo Coldiretti, la stima dei danni che pioverebbe sul sistema PAESE Italia per quel che riguarda il solo comparto ortofrutticolo, è di circa 24,4 milioni di euro al mese che moltiplicato per i mesi di revoca diventano quasi 180 milioni di euro.
«L’impossibilità di esportare sul mercato russo – fa sapere Coldiretti – ha peraltro provocato per molti prodotti alimentari una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori. Il danno maggiore che rischia di durare negli anni è determinato però dal fatto che lo stop alle importazioni di frutta, verdura, dall’Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato infatti un sorprendente aumento del 30%. I falsi arrivano anche da molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile».