Puntare sull’agroalimentare come uno dei settori trainanti dell’economia nazionale; intensificare la lotta alla contraffazione dei prodotti made in Italy, che vale circa 60 miliardi di euro nel mondo. Queste le principali richieste delle associazioni agricole al nascente Governo Renzi, sulla scia degli ultimi dati sull’export alimentare (+5,3% nel 2013). Nei giorni scorsi, inoltre, a sostegno del made in Italy all’estero, l’Italia ha chiesto alla Commissione Ue di elevare la percentuale di finanziamento comunitario per i programmi di promozione dei prodotti agricoli. La proposta di riforma è stata discussa dal consiglio dei ministri dell’Agricoltura Ue: per la delegazione italiana, il testo dovrebbe essere maggiormente equilibrato, portando la quota di finanziamento dal 50 al 60% per i programmi semplici e dal 60 al 70% per quelli multipli, o per i programmi semplici nei Paesi terzi.
L’Italia, inoltre, si dice preoccupata per la possibilità di eliminare il cofinanziamento da parte dello stato membro, perché renderebbe l’adesione ai progetti sensibilmente più costosa per i produttori: fino al 50% delle spese complessive. Il programma diventerebbe meno attrattivo, vanificando l’obiettivo di rafforzare la promozione e la competitività dei prodotti europei. Senza contare, ha precisato il rappresentante permanente aggiunto presso l’Ue, Marco Peronaci, che «l’aumento dei costi non sembra coerente con gli intenti della proposta di favorire l’ingresso nel programma anche delle piccole e medie imprese». Peronaci ha poi precisato che le misure già previste sulla promozione del vino e dell’ortofrutta, devono rimanere indipendenti rispetto alle nuove proposte.