Il mondo imprenditoriale incontra sempre più difficoltà per ottenere finanziamenti: le aziende agricole non sfuggono a questa tendenza, che ha continuato ad aggravarsi con la recessione economica europea e italiana. Come segnalano le elaborazioni Ismea su dati Sgfa, infatti, il terzo trimestre 2013 ha visto un nuovo inasprimento della stretta creditizia per le imprese nazionali del settore primario. I prestiti concessi tra luglio e settembre, informa una nota dell’istituto, sono ammontati a 426 milioni di euro, segnando una riduzione del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il credito agrario ha bruciato addirittura 204 milioni di euro in totale dal 2011 (osservando i soli dati parziali da luglio a settembre), quando il terzo trimestre aveva contato su 630 milioni erogati alle imprese settoriali. La discesa ha coinvolto tutte le zone dello Stivale: le regioni del Nord-Ovest hanno dovuto sopportare le flessioni più consistenti nell’erogazione di finanziamenti al comparto agricolo, mentre quelle del Centro-Sud sono rimaste in linea con i numeri medi nazionali. Più nel dettaglio, prosegue la nota, il “credit crunch” ha colpito in particolare i prestiti a lungo termine, diminuiti del 37% nel terzo trimestre 2013, sempre su base annua. Tali prestiti valevano meno della metà di quelli complessivamente concessi dalle banche; al contrario, sono aumentate le operazioni di medio e breve periodo. Significa, come sintetizza l’Ismea, che le aziende agricole spendono sempre meno soldi per investimenti e ristrutturazioni, destinando invece le risorse disponibili per gestire gli affari correnti.
La stretta al credito svuota gli investimenti agricoli
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