Siamo a oltre un mese dalla crisi Coronavirus in Italia e continuiamo a tastare il polso alla filiera ortofrutticola italiana che è chiamata allo sforzo di approvvigionare i punti di vendita e i mercati della penisola.
Abbiamo in questo caso chiesto a Andrea Montagna, amministratore delegato di Bonduelle e presidente di Unione Italiana Food, Gruppo IV gamma, di fare il punto della situazione. Ci ha risposto dalla sede della sua azienda, a San Paolo d’Argon nella Bergamasca, una testimonianza dell’importanza della filiera agroalimentare italiana nello stare in prima linea in questa crisi. “Da parte nostra c’è un forte senso di ringraziamento a tutta la filiera, sono rientrato da una settimana dal mio periodo di home working per stare vicino a chi sta continuando a lavorare sul campo come i nostri operai e chi a monte, vedi agricoltori e a valle, logistica e grande distributori. Ho detto loro che se non c’è una guerra civile in Italia è anche grazie a per chi tiene aperti i supermercati, a chi quella merce la porta e la produce”. Una situazione che New Business Media racconta sulle proprie riviste ogni giorno e che gdoweek ha denominato #retailinprimalinea.
La maggiore richiesta di prodotti nella grande distribuzione è avvenuta anche nella quarta gamma?
Se guardiamo i dati di Nielsen scopriamo che il comparto ha registrato un -4% dal 15 febbraio al 22 marzo, che arriva a -8% se consideriamo la sola settimana dal 16 al 22 marzo, perché ha sofferto del cambiamento di frequenza della spesa. Il consumatore si è affrettato a fare la corsa all’inizio, abbiamo quindi rilevato una esplosione nei primissimi giorni, ma compensata con un crollo nella settimana successiva. Da qui c’è stata una discesa e il motivo è presto detto.
Se analizziamo il Consumer Panel di Nielsen vediamo che i primi due decili dei consumatori di IV gamma pesano più del 60% dei consumi del totale e danno una fotografia tipica della spesa pre crisi: più frequente e più piccola, una media di tre in una settimana comprando una busta di insalata alla volta. Questo consumatore ora va solo una volta e magari ne prende due, nel totale totale settimanale ne resta quindi fuori una.
Per il benessere di tutta la filiera, a partire dai nostri agricoltori, come Gruppo IV gamma condanniamo qualsiasi tipo di pratica che possa mettere ancora di più in difficoltà il comparto, dalle aste al massimo ribasso alle imposizioni unilaterali di riduzione dei prezzi.
Noi siamo convinti che dopo la crisi ci sarà un cambiamento nelle abitudini di acquisto alcuni prodotti, pensiamo alla detergenza, perché le persone avranno interiorizzato l’importanza per esempio di lavarsi le mani, ma crediamo che anche la IV gamma ne beneficerà perché il nostro prodotto viene percepito come sano, sigillato, di cui si può fidare, e pensiamo che ci possa essere una crescita più sostenuta di quella che stavamo registrando nel periodo pre crisi, al momento però i freschissimi inevitabilmente soffrono la situazione contingente.
Quindi il retail non ha avuto una mitigazione nell’impatto sulla perdita del food service ed export delle aziende
Purtroppo no, le aziende di quarta gamma che vendono in gdo hanno visto una leggera contrazione, chi tra i nostri associati lavora con il mondo Horeca o nell’export ha avuto un impatto notevole, nell’export in particolare per problemi logistici pensiamo per esempio alle lunghe code alle frontiere.
Come avete riorganizzato la filiera a valle e monte delle vostre aziende?
Dal punto di vista agricolo le aziende hanno seguito le disposizioni delle autorità pubbliche: in campo tutti hanno dotato i propri lavoratori con mascherine e guanti, questi ultimi facevano parte già della dotazione igienica di base. Sono state modificate le prassi per mantenere le distanze minime consigliate.
Dal punto di vista della logistica le nostre associate si erano già messe d’accordo con i partner logistici per evitare contatto tra addetti, autista e le persone in fabbrica in ricevimento o in consegna, e anche qui la difficoltà vera in queste cinque settimane di crisi è stata quella previsionale, giorno per giorno, perché sono cambiate le abitudini del consumatore.
Avete avuto problemi di approvvigionamento? Per clima o per mancanza di manodopera?
No, in generale sulla IV gamma il problema della manodopera non la rilevo, sulle due zone principali, bergamasca e piana del Sele non ne abbiamo. Dal punto di vista climatico le gelate di metà marzo non hanno colpito severamente queste zone e non abbiamo avuto segnalazioni particolari da Unaproa. Al contrario un abbassamento delle temperature può aver rallentato una crescita di alcune tipologie di insalate che speriamo possano venire pronte nel corso di aprile quando ci aspettiamo che la morsa possa allentarsi e la frequenza della spesa del consumatore possa aumentare.