Joinfruit abbraccia l’approccio digitale al settore ortofrutticolo

Le nuove frontiere dell’innovazione digitale applicata al settore ortofrutticolo, l’opportunità di aprire un dialogo specializzato sulle potenzialità della tecnologia per migliorare la produttività, la sostenibilità e la redditività. Di questo si è discusso all’ultima edizione di Macfrut all’evento “Ortofrutta Connect” organizzato congiuntamente da Joinfruit, l’Organizzazione di Produttori ortofrutticoli nata nel 2015 con sede a Verzuolo (Cuneo) composta da 200 soci per un totale di circa 1.800 ettari di superfici coltivate in Piemonte, Veneto, Lazio, Marche ed Emilia-Romagna, con una produzione annuale di oltre 80mila tonnellate di frutta, e Rurall – Rural & Urban Digital Hub. Infatti Joinfruit ha intrapreso la digitalizzazione della gestione agronomica con Diagam Group mentre in partnership con RURALL e Orobix ha avviato una sperimentazione di soluzioni per il controllo qualità dei prodotti agricoli in campo basate sull’Intelligenza Artificiale in alcune coltivazioni di mele.

“Abbiamo scelto questo progetto –spiega Bruno Sacchi, direttore di Joinfruit– per dare valore alle nostre produzioni attraverso la tracciabilità digitale, per migliorare la programmazione degli interventi in campo così come la pianificazione in fase di conferimento e per perseguire una sostenibilità ambientale che vada di pari passo con quella economica: investire in tecnologie digitali per noi significa in primis avere l’obiettivo di portare maggior reddito ai nostri produttori, attraverso sistemi semplici che non siano troppo invasivi sulle pratiche agronomiche quotidiane delle loro aziende e che generino un risparmio sui costi”.

Attraverso telecamere posizionate sui trattori che ogni giorno lavorano in campo, la soluzione proposta da Rurall consente di raccogliere immagini in grado di fornire all’agricoltore le informazioni necessarie ad anticipare scelte agronomiche e interventi, come per esempio l’accrescimento e il numero dei frutti, il livello di maturazione e di colorazione, la qualità del prodotto, la presenza di patogeni o di parassiti. Anticipando i possibili scenari in campo anche i costi degli interventi e l’impatto ambientale ne risultano ridotti, mentre una corretta stima di produzione consente una migliore pianificazione delle celle, un più tempestivo intervento a fronte di eventi climatici imprevisti e una gestione dello stoccaggio post-raccolta più efficace.

“Il settore agroalimentare -aggiunge Alessandra Bonetti, general manager di Rurall- si trova ad affrontare sfide che trovano risposta nell’innovazione digitale e nella tecnologia, le quali rappresentano il tracciato da seguire per ottenere prodotti sani, autentici e sostenibili. Non parliamo più quindi di resa fine a se stessa, bensì di produzioni accessibili e di qualità grazie all’adozione di pratiche agricole rigenerative che passano dalla digitalizzazione e dall’acquisizione di dati, ossia dalla conoscenza. E proprio sul tema dei dati e della conoscenza, attraverso il progetto Infragri, ci stiamo impegnando a supportare il comparto agricolo nella raccolta di dati utili ad attuare pratiche di sostenibilità”.

Ortofrutta Connect è attualmente in sperimentazione in tre diverse aziende agricole del gruppo Joinfruit, e l’obiettivo per i prossimi anni è ampliare la platea dei produttori allo scopo di migliorare ulteriormente i risultati delle immagini. Inoltre, tramite i Consorzi Agrari d’Italia, esiste la possibilità di partecipare al Bando M2C1 I2.3, “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo alimentare”, che prevede incentivi dal 65% all’80% sugli investimenti finalizzati al miglioramento del parco macchine agricole e all’introduzione di sistemi di agricoltura di precisione per l’innovazione e l’efficientamento della produzione agricola.

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