Siccità causata dal climate change e carenza dei fertilizzanti (causa guerra in Ucraina), con l’aggravante del taglio del 20% entro il 2030 voluto dall’Ue, impongono nuove strategie. Un biostimolante innovativo che aiuta la crescita di alcune piante, in particolare pomodoro e peperone, in condizioni di minore apporto idrico e sostanze fertilizzanti, è stato messo a punto dal progetto di ricerca europeo Biosuveg.
Una collaborazione tra l’Università di Torino e la start-up StrigoLab
Biosuveg, finanziato da Eit Food, è coordinato dal professor Andrea Schubert, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino e vede la collaborazione del PlantStressLab e della start-up StrigoLab.
Il principio attivo del nuovo biostimolante viene ottenuto attraverso un procedimento innovativo, brevettato da StrigoLab, e contiene strigolattoni, ormoni di recente scoperta, con i quali è possibile controllare la crescita e la resistenza allo stress combinato da siccità e carenza di elementi nutritivi nelle piante.
L’obiettivo è ottenere un incremento della produzione superiore al 10% in pomodoro e peperone in condizioni di ridotta disponibilità di acqua e di fosfato. Al momento i ricercatori dell’Università di Torino e di StrigoLab stanno svolgendo le prove sperimentali necessarie a ottimizzarne la formulazione e le modalità d’uso, con la prospettiva di inserirlo sul mercato.
“La disponibilità di acqua -dichiara Andrea Schubert– sta diventando poco affidabile anche in zone temperate umide come la Pianura Padana, e i fertilizzanti fosfatici sono in via di esaurimento a livello mondiale. Sviluppare delle tecniche che mantengano la produzione anche quando queste risorse sono meno disponibili è una chiave della sicurezza alimentare per il futuro”.