Una ventata di novità per il mondo della quarta gamma “piuttosto statico”. Ha scelto la tecnica dell’aeroponica LocalGreen, start up nata nel 2019 per proporre mix innovativi di insalate, oltre le classiche rucola e lattuga. Comprendono, per esempio, pack choi, mizuna, cavolo rosso, acetoselle, prodotti oggi apprezzati dagli chef stellati, in un packaging di impatto che richiama i quartieri di Milano. Il primo test si sta concludendo nei punti di vendita di Coop Lombardia e Coop Italia, che hanno sposato il progetto, come racconta il co-founder Paolo Forattini. Ma si guarda in grande. A settembre la costruzione di un impianto che produrrà fino a 20 mila vaschette la settimana.
Come nasce il progetto LocalGreen?
Ci siamo costituiti a settembre 2019, grazie a un’idea sviluppata con Lorenzo Beccari, di approcciarci al mondo vertical farming che sposava in pieno i nostri valori. Proporre, cioè, un prodotto che desse stabilità di fornitura al mercato, quantità e qualità costante lungo tutto il periodo dell’anno e garantisse dei contenuti particolari difficilmente imitabili. Io sono laureato in Economia, e attualmente mi occupo del fundraising: abbiamo un round di investimento che si sta concludendo, il 50% già concluso, il resto in via di definizione con investitori. Lorenzo è laureato in Ingegneria e segue gli sviluppi tecnologici. Il team comprende poi Marco Maggioni agronomo che ha lavorato in Infarm, l’azienda di vertical farming più importante d’Europa.
I prodotti sono da poco sul mercato, distribuiti da Coop.
Sì, li stiamo testando fino a fine giugno con Coop Lombardia e Coop Italia che hanno sposato il progetto. Siamo però aperti alla possibilità di entrare in altre catene e non disdegniamo il canale horeca, soprattutto su Milano, differenziando il prodotto. Produciamo a 18 km dal Duomo, in uno degli stabili di NeororuraleHub, l’investitore che finanzia il progetto LocalGreen. L’impianto è di piccole dimensioni: fino a 300 vaschette a settimana. Abbiamo creato un prototipo e una tecnologia brevettata che permette un’automazione più snella, in grado di ridurre il costo degli impianti del 40%.
Nel settembre 2021 inizierà la costruzione di un impianto capace di produrre fino a 20 mila vaschette la settimana: un investimento di più di 1,5 milioni di euro. Nel 2022 saremo sul mercato con la nuova sede produttiva: riutilizziamo un capannone di Milano in disuso. Con il primo impianto vogliamo raccogliere dati per arrivare nel giro di qualche anno a essere un player del settore con esperienza consolidata.
Prodotti disponibili 12 mesi l’anno, certificati zero pesticidi e nichel free, che guardano anche al mondo salutistico.
La domanda di prodotti nichel free sta aumentando, le persone allergiche sono sempre di più e si consigliano anche diete a basso contenuto di questo metallo. Creiamo mix con una base di lattughe di alta qualità, come Salanova, adatte alla quarta gamma.
E facciamo dei topping con varietà particolari, cavolo nero di Toscana baby, cavolo rosso riccio baby, acetosella, senape verde e rossa, pack choi, mizuna. Sono novità per un mondo della quarta gamma piuttosto statico per varietà. Oggi l’insalata è un prodotto con cui ci si può giocare anche in termini di gusto e croccantezza.
La scelta dell’aeroponica va nella direzione della maggiore produttività rispetto all’idroponica?
“Per alcune varietà arriva al 15% e altre anche al 60%. Abbiamo una produttività elevata: stiamo lavorando per raggiungere i 100 Kg al metro quadro”.
Innovativo è anche il packaging che gioca sul fattore local con richiamo ai quartieri di Milano.
“Abbiamo voluto uscire dagli schemi, con la vaschetta, e colpire con colori, etichette nuove. Il nostro packaging riduce la plastica a 10 grammi rispetto a soluzioni clamshell. Ci piacerebbe moltissimo passare al pla, ma vogliamo prima capire il test di mercato”.