La Linea Verde: quarta gamma più sostenibile con le microonde #vocidellortofrutta

Mopas è il progetto sviluppato dalla Op Sole e Rugiada che raggruppa le aziende agricole di proprietà e partner del Gruppo. “Entro due o tre anni la macchina, in fase di test, potrà entrare a pieno regime” racconta Marco Facchetti referente per la ricerca e sviluppo agronomico della Op

La macchina Mopas sfrutta le microonde in campo per limitare l'uso di agrofarmaci
La macchina Mopas sfrutta le microonde in campo

Toccherà alla nuova legislatura del Parlamento europeo affrontare la questione agrofarmaci, dopo che la proposta di regolamento per ridurli della metà, entro il 2030, è stata ritirata su richiesta della commissaria Ursula von der Leyen. Le aziende più innovative però si muovono da tempo nel solco della sostenibilità. Come Sole e Rugiada, l’Organizzazione di produttori sotto la quale si raggruppano le aziende agricole di proprietà e partner del Gruppo La Linea Verde. Mopas (Microonde per l’agricoltura sostenibile) è un progetto che vuole portare in campo una macchina che “sterilizzi” il terreno attraverso onde elettromagnetiche, evitando l’uso di diserbanti e prodotti fitosanitari nel terreno.

Ci racconta l’evoluzione del progetto Marco Facchetti, referente per la ricerca e sviluppo agronomico della Op Sole e Rugiada, e per Mopas trait d’union con le università per lo sviluppo del prototipo, nonché responsabile dell’organizzazione delle prove di campo.

Come nasce il progetto?

L’idea nasce nel 2017-18 quando il pilastro della sostenibilità cominciava a essere molto sentito. L’obiettivo è ridurre l’impatto delle sostanze chimiche in agricoltura, focalizzandosi su tre o quattro avversità chiave del terreno come fusariosi, rhizoctonia e alcuni tipi di erbe infestanti e secondariamente altre malattie.

Come è stato finanziato e quali aziende sono coinvolte?

Oltre alla nostra Op è stata coinvolta Antiga Sardinia, un’altra azienda del Gruppo, e Isola Verde, un’altra l’Op del comparto. Il progetto ha previsto investimenti per qualche milione di euro, finanziati dal Mise e compartecipati dalle tre aziende. Partecipano anche delle università, le maggiori coinvolte sono Bari e Napoli, oltre a Cassino e Perugia. Altre imprese che hanno curato poi la parte informatica e le valutazioni economico-finanziarie.

Per quali colture è stato studiato?

Coltivazioni di rucola Op Sole e Rugiada
Coltivazioni di rucola

La macchina può operare su innumerevoli colture e avversità, ma è stata pensata principalmente per le colture protette, come le baby leaf, ma i test li facciamo anche su colture a campo aperto. La Op Sole e Rugiada è specializzata nella produzione di ortaggi destinati alla quarta gamma, sia in serra sia in campo aperto, per la gran parte a foglia, prevalentemente lattughe, cicorie, indivie, radicchi e per le baby leaf, lattughini, rucola, valerianella, spinaci e spinacini, bietole, red chard, colture orientali. In totale sono una trentina. I produttori soci sono circa 85-90, sparsi in tutta Italia, prevalentemente nelle tre località dove il settore produce di più: Campania, Lombardia e Abruzzo. La nostra è poi una Op transnazionale perché ha un’azienda associata in Spagna. La produzione è per la quasi totalità da agricoltura integrata certificata, con piccole percentuali di prodotto biologico.

Qual è l’assunto scientifico alla base?

Le onde elettromagnetiche producono calore provocando  l’oscillazione e lo sfregamento delle molecole polari. Si è studiata la giusta frequenza e potenza di irraggiamento. L’onda dalla superficie penetra di qualche cm generando il calore che poi indirettamente si propaga anche negli strati inferiori. L’effetto sul terreno è che determina riscaldamento e provoca la morte dell’erba infestante o disattiva i patogeni o ne rallenta i processi vitali. Si sono fatti diversi tentativi con le onde nel mondo, ma la nostra sfida è quella di portare questo principio nei campi coltivati, con test di campo sul metodo di trattamento.

La macchina nasce da un tavolo di lavoro che coinvolge diverse competenze, con incrocio di studi e progetti. Le università hanno curato prettamente gli aspetti scientifici di fisica del terreno, delle microonde, gli aspetti informatici, di biologia delle avversità, fertilità dei suoli. Il nostro contributo è stato sulla progettazione della macchina, dimensioni, tempi di operatività, parametri su peso, larghezza, lunghezza, momento d’impiego. Abbiamo interpellato un costruttore che ha tentato questa avventura, Hortech.

Quando la macchina entrerà pianamente in azione?

La macchina è stata costruita e a dicembre 2023, ha cominciato i primi test che andranno avanti per tutta l’estate in provincia di Brescia e probabilmente nel Salernitano. Le prove di laboratorio delle università sono ampiamente rassicuranti, ma dobbiamo essere sicuri con quelle di campo. Se i risultati saranno confermati è ipotizzabile che per una macchina più commerciale servano altri due-tre anni. Stiamo studiando di fare un Mopas 2 per un’implementazione. L’obiettivo è renderla automatica: è inimmaginabile che un operatore guidi la macchina per tante ore, essendo un’operazione piuttosto lenta, dunque occorre una guida autonoma. Difficile che possa essere nel breve periodo completamente elettrica perché serve più potenza per ridurre i tempi.

Come potrà essere implementata in futuro?

Funzionerà in base a un software che, decodificando le caratteristiche del terreno, umidità, compattezza, composizione minerale, erbe infestanti e malattie, elaborerà un programma di trattamento ad hoc impostando temperature specifiche, potenza e velocità. In futuro potrà anche sfruttare l’intelligenza artificiale: nei campi ci sono zone a danno diverso e quando riuscirà a mettere insieme tutti i dati la macchina si autocalibrerà. Più il know how crescerà, più aumenterà l’efficienza economica della macchina.

 

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