Circa mille tonnellate di arance perse danni alle strutture fondiarie di Ribera per oltre 2 milioni di euro. Queste le prime stime fatte dal consorzio per la tutela dell’arancia di Ribera all’indomani delle forti pioggie che hanno determinato l’esondazione dei bacini di Platani e Verdura. Un primo bilancio che potrebbe anche aggravarsi con il protrarsi delle precipitazioni.
I DANNI. Sono alcune delle conseguenze nefaste causate dalle forti piogge in Sicilia che stanno cadendo in questi giorni e dall’esondazione dei due bacini di Platani e di Verdura che hanno letteralmente sommerso le colture vicine penalizzando circa 500 ettari di raccolto solo per quanto riguarda le arance di Ribera.
Si legge in una nota di Coldiretti che chiede di verificare le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità: «Nei Comuni di Menfi e Castelvetrano a Trapani le forti piogge hanno fatto straripare i fiumi con detriti che hanno colpito le strutture degli agrumeti, mentre i seminativi e le ortive sono tutti sommersi dall’acqua. Nel Palermitano si contano già i danni gravissimi soprattutto nella zona di Chiusa Sclafani, Giuliana, Bisacquino e Contessa Entellina dove l’acqua ha letteralmente porelltato via agrumeti e ortaggi».
L’ESONDAZIONE. La situazione nella valle del Platani e del Verdura si è aggravata a causa dell’apertura della diga a monte resasi necessaria per motivi di sicurezza proprio per fare sfogare l’eccesso di acqua piovana che ha fatto lievitare il volume presente nell’invaso artificiale.
«In questo modo – spiega Giuseppe Pasciuta, presidente del consorzio di tutela arancia di Ribera dop – alla piena in corso nei terreni contigui ai due bacini fluviali, si sono aggiunti ulteriori 60 metri cubi di acqua al secondo. Tutto ciò si è tradotto per un danno con le aziende che potremmo procedere a quantificare, caso per caso non appena i campi saranno agibili e potremo fare una ricognizione. In ogni caso non prima di domani. Da una stima iniziale abbiamo calcolato che sono circa 500 le nostre aziende coinvolte e i danni alle strutture fondiarie, non solo alla produzione dunque, sono superiori ai 2 milioni. Siccome si tratta di tutte aziende piccole e piccolissime difficilmente potremmo ottenere gli aiuti statali sicché non ci resta che rimboccarci le maniche».
I CAMPI. La speranza degli agricoltori è quella che quanto meno smetta di piovere al più presto anche per evitare ulteriori danni alla produzione dati dall’eccesso di umidità presente sul picciolo dell’arancia e dal possibile marcimento delle radici sommerse.
«Se smettesse di piovere adesso – precisa Giuseppe Pasciuta – potremmo sperare di recuperare il raccolto dei frutti rimasti ancora sull’albero. Vedremo come andrà nei prossimi giorni anche se le previsioni danno pioggia ancora per tutta la settimana».
Maltempo, in fumo mille tonnellate di arance di Ribera
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