Ammontano complessivamente a 862 milioni di euro i danni al comparto della frutta estiva e primaverile causati dalle gelate tardive di marzo e aprile 2021 che hanno colpito albicocche, pesche, susine e ciliegie. La stima emerge da un report realizzato dal Cso Italy (Centro servizi ortofrutticoli) su indicazione dell’Alleanza cooperative agroalimentari.
Davide Vernocchi: “La distribuzione sostenga il made in Italy come fa la Francia con il prodotto nazionale”
Nello specifico, racconta lo studio, 454 milioni di euro sono i danni per perdita di prodotto, ai quali si sommano quelli relativi alla fase di lavorazione, che superano i 150 milioni, e una perdita di valore dell’indotto stimata in 258 milioni. “Il nostro auspicio -afferma Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza cooperative agroalimentari- è che anche in Italia la distribuzione dia spazio e un giusto valore alla produzione made in Italy, proprio come avviene in Francia, dove i consumatori accettano di pagare fino a 2 euro in più al chilo le loro fragole, pur di premiare e difendere la produzione nazionale”. Le analisi del Cso Italy includeranno nei prossimi mesi anche le stime dei danni di pere, mele e kiwi.
Albicocco: produzione al minimo storico degli ultimi vent’anni
A livello nazionale le perdite di prodotto sono stimate in circa 120 mila tonnellate, equivalente a oltre il 40% del potenziale (270 mila) presente prima del gelo. I danni relativi alla produzione ammontano a 80 milioni di euro, cui vanno aggiunti quelli della fase del post raccolto (24 milioni di euro) e dell’indotto (47 milioni di euro). Nelle regioni del Nord le flessioni sono risultate pari a -80-90% (Piemonte e Veneto); l’Emilia-Romagna dovrebbe posizionarsi su oltre il 50% in meno rispetto al potenziale iniziale. Al Sud Campania, Basilicata e Puglia presentano perdite che vanno dal -20% a quasi -40%. Per le albicocche il 2021 rappresenta il nuovo minimo storico degli ultimi 20 anni.
Pesco: dal -60% dell’Emilia Romagna al quasi azzeramento in Veneto
La stima delle produzioni potenziali era di poco inferiore a 1.200.000 tonnellate. Il calo va dal -60% in Emilia-Romagna al -70% del Piemonte, fino a produzioni quasi azzerate in Veneto. Danni rilevanti anche al Sud: in Campania (-30%), Basilicata (-20%) e Puglia (-50%). La quantificazione del danno economico alla produzione è stimata in 210 milioni di euro; quella della fase di lavorazione e condizionamento in 89 milioni di euro. E 134 sono i milioni di euro che si perderanno invece per l’indotto.
Susino: picco negativo di -80% in Piemonte
A livello nazionale le perdite di prodotto sono ipotizzate in più di 125.000 tonnellate, pari a un -55% del potenziale prima del gelo. Nel Nord Italia si varia dal -70% in Emilia-Romagna a -80% in Piemonte, con produzioni quasi azzerate in Veneto. In Lazio si stimano perdite di circa il 70%, mentre passando al Sud le mancanze di prodotto nelle principali regioni variano da -10% in Basilicata, fino a un -30% in Campania. La quantificazione del danno economico alla produzione è di oltre 62 milioni di euro. Ammontano rispettivamente a 25 e a 50 milioni le stime dei danni economici di post raccolta e indotto.
Ciliegio: perso un terzo della produzione
A livello nazionale le perdite dovute al gelo si attestano su circa 41 mila tonnellate, corrispondenti a oltre un terzo del potenziale presente prima delle gelate (120 mila tonnellate). Sono stimati in 102 milioni di euro i danni alla produzione, 12 quelli per il post raccolta e 26 milioni la perdita dell’indotto.