Campagna della frutta estiva 2015 difficile da decifrare. Nell’Europa del sud (Italia, Spagna, Grecia) è prevista una produzione normale di pesche e nettarine, mentre solo in Italia mancherà qualche punto percentuale di susine e in modo più significativo albicocche, ma bisognerà fare i conti con una Spagna alla quale non mancherà nulla anzi faranno registrare su tutte le produzioni un +3%. Si prevede inoltre in Italia una buona produzione di pere.
I timori. È quanto emerso all’ultima assemblea di Fruitimprese Emilia-Romagna nel corso della quale sono riemersi i timori di una campagna disastrosa come quella dello scorso anno data dall’accavallarsi di fattori negativi (clima freddo, piogge, sovrapposizioni produttive).
Anche in considerazione delle conseguenze dell’embargo russo, il presidente Giancarlo Minguzzi ha chiesto che le misure anticrisi europee siano tempestive ed efficaci.
Gli ostacoli. «Il nostro export conserva ampi margini di crescita ma siamo penalizzati – ha detto– da costi di produzione sopra la media Ue, dalla burocrazia e da norme non uniformi a livello europeo sull’impiego dei fitosanitari. Produrre frutta e verdura nel Belpaese costa il 10% in più rispetto ad altri Paesi Ue, per via del costo del lavoro, del costo del trasporto e dell’energia per uso industriale, i più alti in Europa». Inoltre, ha aggiunto «Sui controlli siamo il Paese più rigido del mondo. E’ giusto che vi siano controlli, ma spesso sono ripetitivi, non coordinati e richiedenti documentazione già in possesso alla Pubblica amministrazione».
I dati. Nonostante lo scenario difficile, l’associazione emiliano-romagnola ha registrato dati di crescita (70 imprese aderenti contro le 60 di quattro anni fa) con quantità commercializzate di 1 milione di tonnellate e un giro d’affari di 900 milioni di euro, di cui oltre il 60% di export. «L’ortofrutta – ha ricordato Minguzzi – rappresenta la seconda voce dell’export agro-alimentare italiano ed è tra i primi al mondo con una produzione di oltre 10 milioni di tonnellate di frutta all’anno, quasi 6 milioni di tonnellate di ortaggi e un fatturato che si aggira sui 12 miliardi di euro, di cui 4 realizzati grazie alle esportazioni».
La crescita. Tra il 2009 e il 2014, l’export di ortofrutta italiana è cresciuto del 28,2%; come quello dei Paesi Bassi (27,9%); meno della Spagna (35,7%); più della Francia (24%). Il comparto ortofrutticolo è un motore non solo del settore agroalimentare, ma dell’intero Paese, con oltre 490mila aziende, più di un milione di ettari coltivati e 12,8 miliardi di euro di valore alla produzione.