Per contrastare le frodi nella filiera degli agrumi siciliani si fa ricorso alla tecnologia blockchain. La sperimentazione parte da dieci aziende del Distretto Agrumi di Sicilia che faranno capo a una piattaforma condivisa e a un archivio dati immodificabile.
Saranno tracciati tutti i processi di filiera, dai sistemi di coltivazione e trasformazione degli agrumi fino allo scaffale con la disponibilità di una mappa che documenta a consumatori, enti e catene di distribuzione i vari passaggi garantendo provenienza e trattamento dei prodotti. Il progetto è legato all’iniziativa Social Farming 3, realizzato dal Distretto e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation.
La piattaforma dApp è stata messa a disposizione da Foodchain spa, partner del progetto, creata appositamente con l’obiettivo nel prossimo futuro che possa dialogare con i gestionali delle singole aziende ma anche con altre tipologie di blockchain. Fra le informazioni per i consumatori ci sono i metodi di coltivazione, l’uso di concimi naturali o il ricorso alla lotta biologica, il giorno di raccolta e lavorazione dei frutti destinati alle conserve (come la mondatura a mano da parte di addetti specializzati); l’uso di acqua minerale dell’Etna o di anidride carbonica da fonti vulcaniche; mentre nel settore dei trasporti si documentano le condizioni di viaggio sui mezzi refrigerati, garantendo il mantenimento della catena del freddo fino ai banchi della Gdo.
Le dichiarazioni
“La blockchain è un “passaporto per il futuro” della filiera agrumicola siciliana -spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia- nell’ottica della transizione verde e digitale delle imprese peraltro prevista da Next Generation UE. Questo l’obiettivo del nostro progetto, concepito ante Covid, in tempi non sospetti. Un supporto concreto per valorizzare e commercializzare gli agrumi siciliani nel rispetto delle certificazioni dop, igp, bio e nel solco della certificazione Qualità Sicura Garantita dalla Regione Siciliana”.
“La tecnologia blockchain è in grado di eliminare la necessità di avere fiducia perché offre un valore aggiunto: permette a tutti di verificare che quanto indicato sia dimostrabile, nell’intero passaggio dagli attori stessi della filiera al consumatore finale” aggiunge Marco Vitale, presidente della Fondazione Quadrans e co-fondatore di Foodchain spa.
Imprese e associazioni coinvolte
- OP Rossa di Sicilia (Caltagirone, CT)
- la coop La Normanna (Paternò)
- Giuseppe Russo (Acireale, CT)
- Vincenzo Sisinna (Paternò, CT)
- il Consorzio Il Tardivo di Ciaculli (produttori di Palermo)
- Donne Orlando (produttori e trasformatori di Ribera, AG)
- Giovanni Grasso (azienda di commercializzazione di Fiumefreddo, CT)
- Sibat Tomarchio (dal 1920 storica azienda di Acireale della trasformazione: produce bibite analcoliche e a base di frutta)
- Geotrans (trasportatore di agrumi di Catania).