Accelera l’export di ortofrutta. Nei primi nove mesi del 2024 i dati Istat elaborati da Fruitimprese evidenziano un +8,9% in volume (2.790.628 tons) e +5,7% in valore (oltre 4,2 miliardi di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un trend che, si stima, potrebbe consentire alle nostre esportazioni di ortofrutta fresca di superare i 6 miliardi di euro a fine anno.
Ottime performance per frutta fresca e agrumi
La frutta fresca cresce più in valore (+9,1%) che in volume (+5,7%), a testimonianza di un calo delle produzioni; le esportazioni di agrumi salgono del 12,7% in quantità e del 4,8% in valore. Tuberi, legumi e ortaggi vedono incrementare le esportazioni del 14,6% in volume e dell’1,5% in valore. Benino la frutta secca le cui esportazioni in valore sono pressoché invariate (+0,2%) ma con l’unico segno negativo del nostro export (-4% in quantità). La frutta tropicale fa registrare un +13,6% in volume e + 11,5% in valore che si attesta a circa 114 milioni di euro.
Mele sempre sul podio, exploit di pesche e nettarine; male kiwi e pere
Continuano a crescere le esportazioni di mele che aumentano del 3,4% in quantità e del 10,51% in valore. Ottimo risultato per le pesche e nettarine, grazie alle nuove varietà e un clima più favorevole: +47,95% in quantità e +36,57% in valore. Positivo l’avvio della campagna dell’uva da tavola che al 30 settembre vede aumentare del 12,33% le quantità e del 20,36% il valore esportato che supera 550 milioni di euro. Bene in generale l’export di limoni e soprattutto di arance le cui esportazioni salgono di 11 punti percentuali in volume e di oltre 5 in valore.
Male il kiwi, le cui esportazioni perdono quasi 1/3 delle quantità (-32%) e scendono del 6,92% in valore, a causa di un momento di grande difficoltà per questa coltura che paga più di altre il cambiamento climatico, le fitopatie e l’attacco degli insetti alieni. Discorso analogo, se non più grave, per le pere, nostro prodotto di punta sui mercati internazionali fino a cinque anni fa, le cui esportazioni scendono di oltre il 30% in quantità e valore.
Ma l’import continua crescere
Va detto però che il saldo della bilancia commerciale, seppur migliorando in termini di volumi (ma sempre negativo da 425.723 tons di settembre 2023 a 279.688 tons), perde di valore quasi dimezzandosi a poco più di 75 milioni di euro contro i 141 dello stesso periodo dell’anno precedente. A incidere l’incremento, costante, delle importazioni che sfondano il tetto dei 3 milioni di tonnellate (+2,8%) e quello dei 4 miliardi di euro, +7,6%.
A parte gli agrumi, le cui importazioni continuano a scendere (-10,1% in volume e -17,7% in valore), per tuberi legumi e ortaggi l’import sale del 4,4% in quantità e del 3,2% in valore. Balzo del valore della frutta fresca importata che si attesta a +14,9% a fronte di un +3,3% in volume. Cresce a doppia cifra l’import di frutta secca con un +10,1% in quantità e +15,4% in valore; bene anche la frutta tropicale +3% in volume e +7,6% in valore. L’avocado continua a essere la superstar: le importazioni in valore sfiorano i 120 milioni di euro, con un aumento di oltre un quarto del valore.
Salvi: l’Ue chiede di ridurre gli agrofarmaci, difficile contrastare le fitopatie
“Preoccupano le crisi produttive di alcuni frutti aggravate dalle fitopatie e dalla mancanza di armi a disposizione dei produttori per contrastarle, una situazione che rischia di aggravarsi considerando la progressiva eliminazione di agrofarmaci che l’Unione Europea sta mettendo in atto -rimarca Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi- Mentre i nostri Paesi competitor, anche dell’Unione Europea, ottengono autorizzazioni in deroga per utilizzare i prodotti necessari, l’Italia rimane a guardare. Una corsa al massacro che ha visto recentemente l’Efsa, con una procedura del tutto irrituale, ridurre la dose consentita del principale agrofarmaco utilizzabile contro la cimice asiatica. In attesa della pubblicazione del regolamento, con i tempi di attuazione dei nuovi limiti massimi, ha indotto le principali sigle della gdo europea a richiedere ai propri fornitori di rispettare da subito la nuova normativa”.