Grazie agli ottimi risultati di mercato ottenuti dalla varietà Candonga anche grazie all’attività del Club di prodotto che hanno comportato un aumento superiore al 20% (nella sola Basilicata, 7% in tutto il Sud Italia) delle superfici coltivate a fragole tra il 2015 e il 2016, la quota dell’Italia sul mercato internazionale cresce. In questo senso il Metaponto si propone come un fattore di traino per altre colture locali, come ad esempio le albicocche, per le quali sarebbe già allo studio la costituzione di un club di prodotto sulla falsariga di quello guidato da Carmela Suriano per la Candonga.
È quello che è emerso a margine del terzo incontro del gruppo di contatto sulla fragola che si è tenuto oggi (2 marzo2016) a Scanzano e che ha visto la partecipazione dei produttori italiani, spagnoli e francesi.
I dati della fragolicoltura. Se la produzione spagnola di fragole, per lo più concentrata a Huelva, sembra essere stabile e quella francese in leggero aumento (poco più del 2%), i coltivatori italiani, nell’ultimo anno, hanno dimostrato di credere molto in questa coltura che, anche grazie all’attività di promozione e brandizzazione svolta dal Club Candonga, ha dato agli agricoltori margini impensabili per le altre varietà e ha permesso l’apertura di nuovi mercati nello scenario internazionale.
«Tra il 2015 e il 2016 – ci ha spiegato Andrea Badursi, direttore generale Asso Fruit Italia – le superfici coltivate a Candonga nel metapontino sono passate da 700 ettari a 850. Un balzo in avanti del 20% che dimostra che i produttori hanno creduto nel grande potenziale di questa varietà. I successi ottenuti dal comparto fragolicolo possono fare da traino per altre produzioni locali che avrebbero bisogno di essere rilanciate come, ad esempio, le albicocche per le quali abbiamo già aperto il dialogo con i produttori per avviare un percorso che conduca alla costituzione di un Club sulla falsariga di quello della Candonga».
Un club per le albicocche. Il passaggio obbligato per arrivare a questo traguardo è quello di investire sulle varietà di qualità migliore come ad esempio, la Orange Rubis che però non è ancora molto diffusa in regione. Sicché prima di arrivare al Club e/o immaginare un qualsiasi processo di concentrazione produttiva 8in parte realizzata perché alcuni dei produttori di albicocche sono anche membri, con le produzioni di fragole, del club Candonga) occorre spingere sul fronte della riconversione colturale. Ma il percorso è lungo dal momento che, degli oltre mille ettari coltivati ad albicocche, quelli che producono la varietà tendente al rosso, sono ancora in netta minoranza».
Le riflessioni sul rilancio del settore produttivo lucano nel suo complesso, però non sono le uniche conclusioni a cui ha condotto la giornata di lavoro del gruppo di contatto. Tra le altre cose si è parlato anche di armonizzazione delle norme sugli antiparassitari a livello europeo.
I fitofarmaci. «Occorre rafforzare le sinergie a livello tecnico – ha detto Francesco Nicodemo, coordinatore comitato di prodotto fragola e rappresentante Italia Ortofrutta Unione Nazionale nel corso dell’incontro del gruppo di contatto – con i produttori spagnoli e francesi al fine di ridurre anche il ricorso a principi attivi. È importante intervenire affinché sia standardizzato l’utilizzo di fitofarmaci fra tutti gli Stati membri».
E rispetto ai casi di “naturalizzazione” relativi all’importazioni di freschi da Stati (per lo più del Maghreb) che utilizzano ancora prodotti banditi in Europa, ha precisato «È un fenomeno da contrastare sicché è strategico armonizzare i procedimenti di controllo e garantire il rispetto delle dichiarazioni di origine. Occorre rendere omogenee le regole scoraggiando le importazioni di prodotti che vengono da Paesi che non osservano le disposizioni predisposte in materia. L’Europa deve mettere in atto tutte le misure necessarie affinché il mercato non sia inquinato dalla presenza di frutta e verdura che non rispettano le regole e sia così tutelato il consumatore».
La novità. Tra le novità emerse nel convegno c’è quella proposta da Giampiero D’Onofrio, agronomo del Gruppo Salvi, che ha riferito dell’impiego della cloropricrina come disinfestante utilizzato largamente in tutti i paesi produttori di fragole per la disinfestazione dei suoli.
Attualmente è utilizzato in deroga e l’Inghilterra, in qualità di Paese relatore, «sta valutando – ha specificato – l’opportunità di inserire la cloropricrina in maniera definitiva nell’allegato 1 che comprende tutti i prodotti che non necessitano di deroga. Sapremo gli esiti entro il 2017. Fino ad allora si va avanti con le deroghe per determinati prodotti e in determinati periodi».
Foto Gianluca Pizzolla, ufficio stampa Coordinatore comitato Fragola e Asso Fruit Italia