Insieme all’industria, il comparto alimentare ha contribuito alla piccolissima ripresa del Pil, cresciuto dello 0,1% nell’ultimo trimestre 2013. Il presidente della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, chiede però che la politica intervenga seriamente. «Il settore primario è riuscito a invertire la tendenza negativa segnata nei due trimestri precedenti, quando soprattutto i danni del maltempo hanno causato una flessione dell’attività nell’ordine del -1,6%», ha spiegato il numero uno della Confederazione.
«A dispetto di tutti i problemi che continuano a pesare sul settore, dall’andamento climatico sfavorevole agli alti costi di produzione, passando per la burocrazia “elefantiaca”, l’agricoltura nel 2013 è comunque riuscita a garantire produttività e lavoro, spesso in controtendenza rispetto all’andamento generale – ha poi aggiunto Politi -. In una fase di crisi nera per i consumi alimentari (-4%), ha trainato l’export made in Italy, incrementando le vendite oltre confine di cibo e bevande del 6% circa, per un valore superore a 34 miliardi di euro a fine anno. Inoltre, ha aperto nuovi sbocchi d’impresa anche per le categorie più deboli, come i giovani. Delle 11.485 nuove imprese agricole nate nel 2013, infatti, oltre il 17% ha un titolare di età inferiore ai 30 anni».
Per tutti questi motivi, il presidente della Cia sollecita la politica a investire davvero sull’agricoltura, dopo averla lasciata nell’angolo per anni, perché può rappresentare sul serio un volano per la ripresa del Paese. «Un assunto ancora più vero – termina Politi – in vista di Expo 2015, che metterà al centro della scena proprio il cibo, nelle sue accezioni più diverse (sicurezza alimentare, qualità e tradizione agricola, innovazione e biodiversità), diventando un ulteriore fattore di accelerazione economica per l’Italia e le sue imprese».