«Sono contento di vedere che si può avere giustizia e che per averla basta chiederla argomentando le proprie ragioni. Poi tutte le polemiche che si sono scatenate dopo non mi interessano».
Così Fortunato Peron, titolare della cesenate Celox, commenta al telefono con noi la sentenza dell’Antitrust che lo scorso dicembre ha condannato Coop Italia per violazione dell’art. 62 e abuso di posizione dominante.
La sentenza arriva al termine di un procedimento avviato nell’estate dello scorso anno dalla richiesta di Peron all’ente garante della concorrenza relativa al rapporto di fornitura che per 24 anni ha legato la sua azienda al colosso cooperativo della Gdo italiana.
«Non mi piace che si dica che sono un imprenditore che è stato strozzato. Io sono un imprenditore del settore ortofrutticolo che ha voluto fare valere le proprie ragioni riguardo ai suoi rapporti di fornitura con la Coop e per questo mi sono rivolto all’antitrust per chiedere se ritenesse applicato correttamente l’articolo 62 nel suddetto rapporto portando tutte le carte e i documenti necessari. In tutto questo, però, ammetto che c’è una cosa che mi dà amarezza».
Cosa?
«Sono deluso dall’inerzia del settore rispetto a queste problematiche quando invece potrebbe bene alzare la testa e chiedere che vengano riscritte le regole. Sarebbe una cosa importante che potrebbe dare aiuto alla produzione. Mi chiedo quale sia al riguardo la posizione delle associazioni di categoria, che dovrebbero presidiare l’applicazione dell’articolo 62, e che fino a ieri non hanno ancora preso posizione di fronte alla mia vicenda che, ipotizzo, non sia neanche l’unica ma di certo è la prima. Ecco, questo lo deve scrivere».
Un tema delicato che si presta a scivoloni e il rischio di passi falsi è dietro l’angolo…
«Certo però l’occasione potrebbe essere utile per iniziare a parlare seriamente dell’articolo 62 e dei rapporti commerciali tra Gdo e fornitori».
Come commenta questo articolo?
«Non c’è nulla da dire. Carta canta e verba volant. Io sto facendo la mia battaglia poi se sarà utile a qualcun altro, ben venga».
Il commento di Cia
Intanto da Cia Agricoltura arriva un commento ufficiale: «Abbiamo sostenuto con forza i principi che hanno ispirato le misure contenute oggi nell’art.62. L’intervento dell’Antitrust conferma quindi una problematica nota, in particolare dove si determinano situazioni di imposizione di condizioni particolarmente gravose e dove sussiste uno squilibrio di potere contrattuale. Ovviamente, monitoreremo questa vicenda attendendo anche il pronunciamento del Tar per una valutazione di merito. A quel punto, continueremo, come sempre, a difendere il principio che l’agricoltore non può subire una posizione dominante in una contrattazione».