A Fruit Logistica L’Orto di Eleonora ha presentato alcuni progetti di innovazione sostenibile che vanno dalla riduzione degli sprechi al fuori suolo. “Attualmente la cosa più importante è ridurre i costi, senza ovviamente intaccare la qualità e questo si può fare solamente riducendo gli input produttivi, razionalizzando e ottimizzando il lavoro in campagna, nello stabilimento e nella logistica- racconta Marco Lotta responsabile logistico-commerciale L’Orto di Eleonora-. È importante far sì che i prezzi siano remunerativi per gli agricoltori ma anche non deprimere eccessivamente i consumi dal lato consumatori.
Dal punto di vista del confezionamento stiamo studiando altre forme di packaging per far sì che le persone non siano obbligate ad acquistare una confezione più grande di quella che necessitano. L’ortofrutta è la categoria su cui forse c’è più scarto”.
Il brand sta poi investendo su alcune serre convertite in fuori suolo. “Sul fuori suolo abbiamo in produzione e stiamo iniziando la raccolta su un ettaro di fragole. Dobbiamo imparare come funziona, quali sono le varietà che si adattano meglio al nostro clima, al nostro modo di lavorare e alle nostre esigenze di vendita, che sono quelle di avere un prodotto super buono, con qualità organolettiche importanti.
Non siamo l’azienda che cerca una super shelf-life di venti giorni perché le fragole attualmente vengono vendute in Sardegna o al limite nei primi porti di sbarco, che possono essere nella zona di Firenze, Roma, Genova. Non ci serve andare ad allungarla eccessivamente, quindi cercare dei frutti con un basso livello di zuccheri. Un secondo ettaro verrà dedicato alle orticole, con il ciclo di meloni e angurie nel periodo invernale-primaverile e poi i cetrioli nell’estivo-autunnale.
