Pronto un piano di investimenti da 40 milioni di euro per creare 700 nuovi ettari di produzione di kiwi calabrese e un nuovo canale per l’accesso alla Gdo italiana per pesche nettarine, clementine e arance. E’ questo il nucleo dell’accordo tutto interno al mondo cooperativo italiano conclusosi oggi tra Agrintesa di Faenza e Osas di Castrovillari e che sarà reso operativo attraverso i loro bracci armati commerciali ossia, rispettivamente, le società Alegra e Campoverde.
La diversificazione. «L’accordo – spiega Giuseppe Nola, presidente della cooperativa calabrese – risponde innanzitutto ad un nostro programma di diversificazione varietale che ci spinge verso le produzioni di kiwi. Le varietà coltivate dai produttori dell’area di Rosarno hanno dimostrato di potere garantire ottimi risultati di mercato sia per la qualità che per la commerciabilità, sicché ci stiamo orientando verso quelle produzioni. L’accordo di Agrintesa ci permette di incrociare importanti player internazionali come ad esempio il colosso Zespri.
Il rilancio del Kiwi. Complessivamente, si tratta di un’azione che si inserisce nel rilancio della filiera italiana del kiwi che sta diventando sempre più un problema nazionale».
Anche se la sigla è arrivata soltanto oggi, il piano di diversificazione è già operativo dal momento che Osas ha già iniziato a piantare kiwi e prevede, nell’arco di 5 anni, di arrivare a coltivare circa 700 ettari di superfici nuove oltre che convertire una piccola parte delle vecchie produzioni attualmente destinate alle nettarine.
«Il lavoro di conversione – continua Nola – riguarderà quei campi che producono le pesche tardive di agosto. Con le pesche siamo sul mercato tutto l’anno ma abbiamo deciso di alleggerire agosto anche perché in quel periodo ci sono sul mercato le pesche dell’Emilia-Romagna ».
Volenti o nolenti, i produttori italiani, stanno sempre più spingendo verso l’aggregazione e/o la programmazione della produzione che, al momento, rappresentano le strade obbligate e percorribili, in tempi brevi, per far fronte alle gravi criticità emerse sul mercato globale.
Il business plan. Per Osas questo passo vale un piano di investimento da 40 milioni di euro di cui la metà potrebbe essere finanziata con il Por Calabria, il piano operativo regionale che attinge a fondi europei.
«Abbiamo già fatto un progetto – precisa Nola – e stiamo aspettando che esca il bando regionale. Siamo già pronti a presentare un progetto unico per tutti i nostri soci attraverso la nostra società commerciale Campoverde. Nel frattempo abbiamo già iniziato a piantare i primi 50 ettari nell’attesa degli sviluppi del Por».
Circa 10 milioni saranno destinati alla realizzazione di apposite celle frigorifere necessarie per la conservazione dei frutti raccolti. I capannoni già ci sono, andranno solo implementati con la tecnologia. Questo passo permetterà ai produttori di Castrovillari di non dovere dipendere (come adesso accade per quelli dell’area di Rosarno) dalle strutture dei buyer.
Il mercato nazionale. L’accordo tra le due cooperative darà, infine, ad Osas le chiavi di accesso alla grande distribuzione organizzata italiana. Attraverso la collaborazione con Alegra, le pesche, nettarine, clementine e arance calabresi prodotte dalla Cooperativa Osas potranno puntare ad entrare sul mercato interno e sottrarsi, per lo meno in parte, alle grandi variabili e alla poca redditività dimostrata dalla piazza estera.